1 feb 2017

lion

Lo dico subito, così non ci pensiamo più: Dev Patel mi ha messo su un fisichino che, signore mie, è davvero un bel vedere. 
Peccato che praticamente lo si intraveda soltanto. 
Tra l'altro - non sempre, ma in certe inquadrature sì - somiglia parecchio ad un'altra mia passione: Naveen Andrews (il Sayid di Lost, per capirci). 



Comunque, dai tempi del suo esordio in The Millionaire (2008), Patev ha fatto un gran bel cambiamento. E poi dai, oltre che tanto bellino è pure bravino, che, se fai l'attore, ad esempio, non guasta. 
Abbiamo recuperato Lion per cercare di tamponare la grossa lacuna riguardante i film candidati ai prossimi Oscar, che quest'anno tardano ad arrivare, al punto che, dei 9 film candidati alla statuetta, in sala da noi ne sono arrivati appena 3 (escludendo Hell or high water, che tanto son mesi che gira in clandestinità) (e di questi tre io ho visto solo Arrival e sono al momento molto combattuta sul vedere o meno La La Land).


Lion, nello specifico, è candidato in 6 categorie: film, attore non protagonista, attrice non protagonista, sceneggiatura non originale, fotografia e colonna sonora (molto carina). A mio parere difficilmente porterà a casa qualcosa, ma alla fine che ci frega? Aggiungo, non richiesta come sempre, la mia opinione: la candidatura a Nicole Kidman - che interpreta (assieme ad un'acconciatura che non dona a lei, figuriamoci alle persone normali) la madre adottiva di Saroo - tra le attrici non protagoniste mi sembra un tantino esagerata, ma va detto che la sua è l'unica interpretazione che ho visto, dato che i film dove sono candidate le altre quattro attrici non sono ancora usciti. 

Come ormai sapranno anche gli acari del mio scendiletto, il film è tratto da una storia vera. Che potete leggere nel libro "A long way home", o, molto più sinteticamente, in questo articolo del Sidney Morning Herald. Se mi leggete con una certa frequenza, saprete anche che le storie vere mi appassionano sempre un bel po'. Salvo i casi in cui la storia vera diventa un film di fantasia che con la realtà c'entra una mazza fionda. Qualcuno ha detto Revenant? Ecco, appunto.
Comunque, la storia è quella di Saroo, un bimbo di 5 anni (più o meno) povero e analfabeta, che vive con la povera madre, il povero fratello maggiore ed una povera sorellina, in un piccolo (e povero) villaggio del Khandwa, nello stato del Madhya Pradesh (in cui si trova la città di Bhopal, teatro, nel 1984, di un terribile incidente industriale, che provocò migliaia di morti), nel centro dell'India, come potete vedere nell'immagine a fianco.
Siamo a metà degli anni 80 e il piccolo Saroo cerca di contribuire in qualche modo al sostentamento della famiglia (che sono poveri l'ho già detto?), aiutando il fratello Guddu a cercare di guadagnare qualcosa con lavori di ogni genere, o anche rivendendo carbone rubato dai treni merci in transito.
Quando Guddu parte per un non meglio precisato lavoro notturno Saroo lo vuole seguire perché anche lui è in grado di lavorare. Guddu si lascia convincere, e col fratellino raggiunge la stazione di Khandwa. Ma Saroo si addormenta, allora il fratello lo lascia su una panchina dicendo di non muoversi ed aspettarlo lì.
Saroo si risveglia, da solo, su quella panchina. Guddu non c'è, Guddu non risponde. Quante ore saranno passate?
Saroo sale su un treno che è fermo in stazione, a cercare Guddu. E il treno parte. Con Saroo sopra.
E viene giorno, e viene notte, e poi di nuovo giorno. E Saroo urla, disperato, e alla fine riesce a scendere dal treno. Ed è a Calcutta, lontanissimo da casa sua, come potete vedere nella cartina qua sotto. E parla hindi, in una città in cui si parla il bengali, e nessuno lo capisce.




Succedono cose, che ovviamente non vi racconto altrimenti vi spiego tutto il film finché il bambino viene adottato da una famiglia australiana e Saroo, da bimbo sporco e abbandonato si trasforma nel Saroo adulto, studente di successo, che non ricorda nulla della sua vita precedente. Lo troviamo mentre è in procinto di lasciare la Tasmania, dove vive con i suoi genitori adottivi, per andare a studiare a Melbourne, dove incontrerà una ragazza e si innamorerà di lei. Tutto procede come sempre nella vita di Saroo, quando, ad una cena indiana, di fronte ad una padella di jalebi che stanno friggendo ha un'epifania e inizia a ricordare quello che incredibilmente aveva rimosso.
Da quel momento l'unica cosa che conta per Saroo è ritrovare la sua casa e la sua famiglia.

Film che riesce a non essere stucchevole come si potrebbe pensare, ma che pecca forse di una durata eccessiva. La prima parte, quella dell'infanzia di Saroo e soprattutto della sua sopravvivenza in una Calcutta brutta sporca e pericolosa è particolarmente dettagliata (forse troppo?), mentre nella seconda parte il film si concentra su Saroo adulto e il suo uso spasmodico di Google Earth, e anche lì, probabilmente, qualche manciata di minuti in meno non avrebbe fatto male. Ma, considerato che il regista Garth Davis è alla sua prima regia cinematografica, direi che possiamo senz'altro perdonarlo. 

17 commenti:

  1. Visto proprio ieri. L'aggettivo strappalacrime è un disvalore se, francamente, quelle lacrime me le ha strappate? Cinematograficamente non regala niente di nuovo, però sono amante di un cinema che veicola storie belle - e possibilmente vere - e quella di Lion ha del miracoloso. Ottima la prima parte, meno la seconda: sarà che la mostrava tutta il trailer, che la Mara è anonima come non mai, che la Kidman è intensa ma passeggera. Tiferò invano per Patel, il più protagonista dei Non Protagonisti. In questi giorni ne parlo anch'io (qualcosa di simile penso dell'ultimo di Gibson, americanata diretta alla perfezione). :)

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    1. Sono d'accordo. Storia che ha dell'incredibile, e che mi è piaciuta. Ed in effetti nel finale le lacrime te le strappa davvero. E in questo caso direi che non è un disvalore! :)
      La candidatura di Patel come non protagonista l'ho trovata una scelta alquanto bizzarra, ma chi sono io per capire qualcosa? :=)

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  2. Tra i candidati all'Oscar è quello che, ammetto, mi attira meno.Temevo un'esplosione di melassa inesorabile. La La Land vai a vederlo di corsa che merita tanto..

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    1. Lo temevo pure io, invece non trasuda sdolcinatezza inutile...
      La La Land? ma pure se detesto i musical?

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  3. non l'ho ancora visto e pensavo di recuperarlo clandestinamente. La La Land merita, ma per apprezzare appieno almeno un pochino, anche solo sotto sotto, bisogna volergli bene al musical ;)

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    1. e allora mi sa che io parto davvero svantaggiata! :)

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  4. Buonismo e melassa ce ne sono, o almeno, io li ho sentiti, e pure qualche lungaggine. Ma con quel "tratto da una storia vera" e quel finale da brividi (il giovine aveva letteralmente la pelle d'oca nella camminata di Saroo adulto tra le baracche) tutto trova un senso.
    Difficile che agguanti qualche Oscar, sopratutto per le categorie in cui hanno messo il protagonista Patel e la poco presente Kidman...

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    1. io non l'ho trovato così melassoso, poi che sia buonista ci sta, questa è una storia bella ed edificante... sono d'accordo sulle lungaggini un po' troppo tirate, ma nel complesso io l'ho trovato un buon film.
      E sì, per gli oscar la vedo davvero dura.

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  5. Protagonista bravo e attraente, già notato durante le stagioni di The newsroom, se fosse stata una storia inventata avrei detto che fosse implausibile, ma storia vera quindi chapeau.

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    1. Ma anfatti, che già uscire da Calcutta vivo e soprattutto vergine ha dell'incredibile! :)

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  6. Ciao BelDonnino, ho visto La La Land e mi è piaciuto. Forse sono un po' di parte (adoro i musical) ma mi sento di consigliarlo. I due protagonisti sono bravi bravi (forse un pochino di più Emma) e, a parte la prima mezz'ora che è effettivamente lenta, il film ha il ritmo giusto.

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    1. E' che io e il musical ci incontriamo davvero rarissimamente, e faccio fatica a seguire una roba dove due, nel bel mezzo di un discorso si mettono a cantare e ballare, è più forte di me! :)

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  7. Io avevo proprio paura della stucchevolezza, senza contare che i biopic raramente mi piacciono :/
    Ma sai che pensavo fosse l'attore di Lost? XD

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    1. vabbè, ma questo è un biopic un po' sui generis, del resto io prima del film ignoravo l'esistenza di Saroo Brierley... :)

      Guarda, in certe inquadrature la somiglianza tra Andrews e Patel è davvero tanta!

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  8. Come al solito adoro le tue recensioni. E come al solito non posso esimermi dall'essere d'accordo sulla fregnitudine intrinseca di Patel.

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    1. Grazie V!
      E su Patel direi che non c'è niente da aggiungere!

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