Ci tengo innanzitutto ad avvisare i/le eventuali fans di Fassbender: un po' come succede in "i due volti di gennaio", dove non si vede il culo di Viggo Mortensen manco per sbaglio, anche in FRANK Fassbender non mostra (ma quanto siete maliziosi? Non parlavo dell'appendice per cui George Clooney ha detto che quell'uomo potrebbe giocare a golf con le mani dietro la schiena) il suo bel visino, perché per (quasi) tutta la durata del film recita con una maschera di cartapesta calata sul volto. Sì, proprio quella che vedete lì sopra.
Comunque.
Comunque.
Martedì sera a Torino c'è stata l'anteprima ad inviti per la visione dell'ultimo film del regista irlandese Lenny Abrahamson, di cui, scopro ora, ho visto ben due film. Considerando che ne ha girati 4 direi che conosco quasi tutta la sua filmografia.
Il primo è stato "Garage" che, a leggere quello che ne scrissi 5 anni fa, non mi aveva entusiasmato tantissimo... Poi è stata la volta di "What Richard did" e anche qua, a livello di entusiasmo, avrei qualcosa da recriminare.
C'è da dire che martedì è stata la giornata conclusiva del cetriolo, io sono rientrata in ufficio alle 14.45 sprizzando la stessa vitalità di uno straccio da pavimenti (usato) e sono andata al cinema con la convinzione che mi sarei addormentata per tutta la durata del film, invece mi sono assopita solo per una manciata di minuti. Il che significa che, tutto sommato, il film è riuscito a piacermi, in qualche modo.
Il film si ispira liberamente alla vita di Chris Sievey, di cui, se avete voglia, potete leggere la storia qui, e al suo personaggio, Frank Sidebottom, oltre a quella di Daniel Johnston e Captain Beefheart,
Il primo è stato "Garage" che, a leggere quello che ne scrissi 5 anni fa, non mi aveva entusiasmato tantissimo... Poi è stata la volta di "What Richard did" e anche qua, a livello di entusiasmo, avrei qualcosa da recriminare.
C'è da dire che martedì è stata la giornata conclusiva del cetriolo, io sono rientrata in ufficio alle 14.45 sprizzando la stessa vitalità di uno straccio da pavimenti (usato) e sono andata al cinema con la convinzione che mi sarei addormentata per tutta la durata del film, invece mi sono assopita solo per una manciata di minuti. Il che significa che, tutto sommato, il film è riuscito a piacermi, in qualche modo.
Il film si ispira liberamente alla vita di Chris Sievey, di cui, se avete voglia, potete leggere la storia qui, e al suo personaggio, Frank Sidebottom, oltre a quella di Daniel Johnston e Captain Beefheart,
La storia ci viene raccontata attraverso Jon (Domhnall Gleeson, visto ad esempio in "never let me go", "shadow dancer", "about time" ecc.) aspirante musicista che un giorno, in maniera del tutto fortuita, viene ingaggiato dal gruppo dei Soronprfbs, il cui leader, Frank, indossa sempre una maschera di cartapesta sul viso. Il gruppo è formato da una serie di casi umani psichiatrici più o meno preoccupanti: Nana, la tastierista che non parla mai, Baraque, bassista che parla in francese, Clara, nevrotica suonatrice di theremin, probabilmente - e segretamente - innamorata di Frank, e Don, manager del gruppo.
La band si isola in un capanno per registrare un album e Jon, che Frank ha preso in simpatia scatenando l'ostilità di Clara, di nascosto dagli altri componenti del gruppo, attraverso Twitter e YouTube(i tweet di Jon appaiono sullo schermo) pubblica i bizzarri esperimenti del gruppo, che a poco a poco diventa un piccolo fenomeno.
Storia bizzarra e surreale, che mischia divertimento e dramma, con un cast che, diversamente dai Soronprfbs, funziona e convince.