Sabato sera io e la bionda siamo andate a vedere l'ultimo film di Kim Ki-Duk, quello che ha aperto le Giornate degli Autori a Venezia.
Ah, e di cosa parla?
Eeeh, di... vendetta.
Ma dai? Che originalità, chi l'avrebbe mai detto? Un coreano che fa un film in cui si parla di vendetta: non si era mai visto!!!
Già.
La vendetta è un concetto inossidabile. Che porta a braccetto l'altro concetto per cui violenza genera violenza.
E se smettessi di scrivere adesso potrei comunque dire di avervi raccontato il film in due parole.
Ma.
Ve ne dico ancora qualcuna.
Se avete visto il trailer del film, in cui una ragazzina viene brutalmente uccisa da un gruppo di uomini mascherati, sappiate che quella è la scena iniziale del film, da cui si dipana, per le due ore successive la storia. Dopo l'aggressione assistiamo ad un giro di telefonate tra personaggi misteriosi in cui, come in un passaparola, viene comunicato il buon esito dell'operazione.
Passa del tempo e un gruppo composto da sette uomini, ogni volta usando travestimenti diversi, inizia a catturare ad uno ad uno i responsabili dell'omicidio, costringendoli, sotto tortura, a confessare il loro crimine.
In un'escalation di violenza che mira più a confondere che a spiegare, il capo del gruppo "eversivo" diventa di volta in volta più feroce, e di fronte a torture sempre più efferate qualche appartenente al gruppo - composto da persone che, per qualche motivo, vivono ai margini della società - inizia a chiedersi fino a che punto sia giusto quello che stanno facendo.
Dubbio che sembra non scalfire minimamente gli assassini della ragazza, che si giustificano dicendo che loro stavano semplicemente eseguendo degli ordini (questa mi sembra sia già stata usata in passato, da qualche parte in Europa, correggetemi se sbaglio).
In un mosaico di situazioni in cui la quotidianità del gruppo mostra una vita fatta di umiliazioni e soprusi, sembra che a Kim Ki-Duk non interessi spiegare il chi, il come, il perché, limitandosi a fare il punto (interrogativo) sul malessere di una società democratica sulla carta (ad un certo punto viene fatto notare al capo del gruppo eversivo che "in Corea del Nord stanno peggio!") ma comunque allo sbando, fra corruzione e un concetto di morale sempre più approssimativo.
Cupo e senza speranza.
Passa del tempo e un gruppo composto da sette uomini, ogni volta usando travestimenti diversi, inizia a catturare ad uno ad uno i responsabili dell'omicidio, costringendoli, sotto tortura, a confessare il loro crimine.
In un'escalation di violenza che mira più a confondere che a spiegare, il capo del gruppo "eversivo" diventa di volta in volta più feroce, e di fronte a torture sempre più efferate qualche appartenente al gruppo - composto da persone che, per qualche motivo, vivono ai margini della società - inizia a chiedersi fino a che punto sia giusto quello che stanno facendo.
Dubbio che sembra non scalfire minimamente gli assassini della ragazza, che si giustificano dicendo che loro stavano semplicemente eseguendo degli ordini (questa mi sembra sia già stata usata in passato, da qualche parte in Europa, correggetemi se sbaglio).
In un mosaico di situazioni in cui la quotidianità del gruppo mostra una vita fatta di umiliazioni e soprusi, sembra che a Kim Ki-Duk non interessi spiegare il chi, il come, il perché, limitandosi a fare il punto (interrogativo) sul malessere di una società democratica sulla carta (ad un certo punto viene fatto notare al capo del gruppo eversivo che "in Corea del Nord stanno peggio!") ma comunque allo sbando, fra corruzione e un concetto di morale sempre più approssimativo.
Cupo e senza speranza.
beh, ma ti piacque?
RispondiEliminama, tutto sommato sì. Forse un po' ripetitivo, ma non mi è dispiaciuto.
Eliminabeh, ma ti piacque?
EliminaMa non l'ho scritto? :)
Eliminaera una battuta sul po' ripetitititititivo. vabbè, ma se te le devo spiegare!!!
Eliminanon fa per me! Io preferisco Anastasia!
RispondiEliminaah ah ah
EliminaMa vale la pena o il buon Kim si è ormai perso?
RispondiEliminaIo non ho visto Moebius, ma Pietà mi era piaciuto. Così hai dei termini di paragone...
EliminaQuesto non l'ho trovato affatto male. Forse un po' troppe parole, alla lunga... (e in due ore di film ne puoi dire davvero tante...)
e Moebius continua a non vederlo, è meglio...
EliminaIo dico che Moebius me l'aspettavo peggio, anche se fondamentalmente più che brutto è incomprensibile nella sua ossessione.
Elimina@Dantes: ma anfatti l'idea di recuperarlo nemmeno mi sfiora!
EliminaIo il cinema coreano lo temo un pò, debbo ammetterlo...
RispondiEliminaA me non dispiace, mediamente...
EliminaIo sono arrivata a Venezia dopo quindi lo vedrò a cine, i commenti in giro erano positivi. Non c'entra, ma sappiate che Michael Shannon dal vivo e a 5 centimetri di distanza è meglio che sullo schermo!
RispondiElimina:-)
gli hai messo la lingua in bocca, almeno? :)
EliminaMi sarebbe piaciuto, ma il buttafuori di due metri per due a fianco mi ha un tantinello dissuasa dal provarci! :-)
EliminaMa che brutta persona! :)
Eliminakim ki-duk?
RispondiEliminasbadiglio al solo sentirlo nominare :)
Io non ho sbadigliato. O sì? :)
Eliminaa me veramente Kim Ki-duk non è che entusiasmi... ops! ho detto una bestemmia? XD
RispondiEliminaMa ci mancherebbe. Io ho amato Ferro3, ma non ho visto la stragrande maggioranza dei suoi film, quindi...
EliminaDel buon Kim ho amato "Ferro3" e "Primavera, estate, blablabla". Questo mi incuriosisce molto, anche perché i coreani che parlano di vendetta mi intrippano assai.
RispondiEliminaAllora non dovresti rimanere deluso....
EliminaA volte penso d'essere un tantino masochista, dato che Kim Ki-duk mi piace molto. "Pietà" ha fatto fuggire dalla sala metà degli spettatori (qualcuno era davvero sconvolto) e a me è piaciuto un sacco. Penso che non mi deluderà.
RispondiEliminaPure a me pietà era piaciuto molto. Davvero c'è stata gente che ha abbandonato la sala?
EliminaUn sacco. Anche gente che in genere sopporta i mattoni.
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