18 gen 2017

Silence
(a volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio)

Vows are spoken
To be broken
Feelings are intense
Words are trivial



.
Ho letto che Guglielmo Latini (uno con un PhD in Cinema studies, non un cretino come la sottoscritta, per dire) a proposito di questo film ha scomodato il torture porn.
Io, priva di PhD di qualsivoglia natura, nei 161 minuti del film al torture porn non ho pensato nemmeno per mezzo secondo. Perché, se vai a vedere un film ambientato in Giappone durante il periodo Tokugawa, che faceva della politica di isolamento un punto di forza, dove gli shoghun consideravano l'operato dei gesuiti una minaccia al loro potere, arrivando a proclamare un editto che, di fatto, intimava ad ogni missionario straniero di abbandonare il paese, ci sta che se ti ritrovi i gesuiti che operano in clandestinità ti si inchianino i cazzi a mandorla e scatti la persecuzione. Che, si sa, è sempre un po' cruenta, e sì, prevede anche l'uso della tortura. Ma da lì a definire torture porn l'ultimo film di Scorsese direi che ce ne passa.


Comunque.
Se fossi stata un gesuita all'epoca mi sarei comportata probabilmente come Kichijiro, che ricorreva allo yefumi tutte le volte in cui veniva beccato, perché, sì, sono una brutta persona, e se fossi nata nel 1600 lo sarei stata ancora di più.
Detto ciò resto dell'idea che ognuno debba essere libero di professare la religione che preferisce senza che qualcuno che la pensa diversamente tenti ogni volta di ostacolarlo. Ma va anche detto che non mi è chiara la ragione per cui si debba fare proselitismo ad ogni costo, e mi sfugge il motivo per cui i gesuiti (in questo caso specifico) volessero evangelizzare i giapponesi a tutti i costi. Che per carità, non è che come popolo siano poi tutto sto kawaii: in fondo c'hanno la pena di morte, ammazzano le balene e discriminano i tatuati, tra le altre cose.  






Martin Scorsese - che in un certo periodo della sua vita aveva pensato di farsi prete, frequentando per qualche tempo il seminario e che del suo essere cattolico non ha mai fatto mistero - dirige un film epico e coraggioso. Coraggioso perché parla di un pezzo di storia per anni "dimenticata" e che probabilmente ai più nemmeno interessa ricordare. E lo fa con questo film, che si basa sul romanzo omonimo di Shusaku Endo, raccontandoci il viaggio intrapreso da due giovani gesuiti portoghesi, Sebastião Rodrigues e Francisco Garupe (interpretati da Andrew Garfield e Adam Driver) che si fanno mandare in Giappone alla ricerca del loro maestro, padre Ferreira (Liam Neeson), di cui si sono perse le tracce. C'è chi dice che sia morto e c'è chi dice che - ancora peggio della morte - Ferreira abbia abiurato, convertendosi alla religione del "nemico". Rodrigues e Garupe non vogliono credere a questa ipotesi, e si mettono in viaggio, consapevoli dei rischi a cui stanno andando incontro. 
Hanno dalla loro parte la certezza assoluta della fede, oltre - diciamolo - all'arroganza tipica di chi si crede unico depositario della verità assoluta, ma quando arriveranno in Giappone, la loro fede, le loro certezze, verranno messe a dura prova, vedendo quello che i cristiani (kakure kirishitan: cristiani nascosti) sono disposti a sopportare per poter continuare a confessare una religione bandita dallo stato, pronti a morire per proteggere i due "padri" venuti a salvarli, pronti a nasconderli dagli uomini dell'inquisitore Inoue (Issei Ogata, era Hiroito ne "il sole" di Sokurov). 




Se.mi leggete abitualmente non vi sarà certo sfuggito quanto io sia gretta e prosaica, quindi, quali saranno stati i miei sentimenti durante la visione? 
Stranamente il film mi è piaciuto, anche se personalmente non amo i tempi così dilatati e una ventina di minuti in meno li avrei sicuramente apprezzati, e sono certa che il film non avrebbe comunque perso un grammo della sua forza. Diciamo che il mio atteggiamento sarebbe stato probabilmente molto più filo-Ferreira, che, in estrema sintesi si riduce a: se non puoi batterli, unisciti a loro. Ovvero abiura e continua a credere. Mentre Rodrigues è pronto a subire, votato al martirio pur di non rinnegare i suoi principi.
Visto in lingua originale, peccato che i padri portoghesi parlassero in inglese. 
E' tutto, andate in pace. 

18 commenti:

  1. A me è piaciuto molto, e sono una bruttissima persona e un ateo miscredente.
    Bravo Marty, dunque.

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    1. E' piaciuto anche a me, anche se, come ho detto, una 20na di minuti in meno non gli avrebbero nuociuto, a mio modesto parere.

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  2. Piaciuto anche a me, hopeless unbeliever, perché è una storia di esseri umani, prima che di religiosi, ed è potente, ti cattura e non ti lascia. Concordo che 20 minuti in meno sarebbero stati apprezzati e, naturalmente, odiando il proselitismo forse ancor più che le religioni stesse, mi sono sfuggite le loro profonde motivazioni ma sotto sotto invidio le loro certezze, avendo io solo dubbi, un po' su tutto.

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  3. 161 minuti? Oddio..cioè..accipicchia :D
    Ne ho sentito parlare benissimo ma a me non convince granché :)
    Comunque bel post, soprattutto la prima parte ;)

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    1. Grazie Pietro! :)
      Guarda, i 161 minuti sono effettivamente troppi, che in 120 raccontavi di tutto e di più ugualmente, però è senz'altro un gran film.

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  4. beh, più che venti minuti, avrei cassato un'oretta buona.
    soprattutto perché ho trovato un certo disequilibrio tra la parte iniziale (i primi due terzi) lenti ma comunque narrativamente coerenti e l'ultima parte che mi sembra un po' "buttata via" ... come se qualcuno avesse detto ... e mo' bbasta martin, vedi di stringere ...
    e poi la scena del disvelamento finale ... trooooppo telefonata (per usare un gergo calcistico).
    non il miglior scorsese a mio parere.
    ma forse perché io sono una persona ancora più brutta di voi e avevo preferito il lupo ...

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    1. Un'oretta magari no, però il classico film di due ore ci stava in effetti. Che insomma, se Kichijiro calpestava la sacra piastrella anche una volta di meno il concetto era abbastanza chiaro... non il miglior scorsese nemmeno per me, soprattutto se pensi a TWOWS, che è sicuramente di un alt(r)o livello. Certo è che sono due film difficilmente paragonabili!

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  5. Film davvero splendido e considera che anche io, in campo religioso, sono una persona bruttissima.
    E non avendo neppure io il pedigree da cVitico del cinema ho mancato a mia volta di vedere il lato torture porn della vicenda, forse perché dopo innumerevoli visioni di puro horror becero riesco a cogliere la differenza tra generi a differenza di chi ha frequentato un po' troppi festival fighètti...

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    1. Insomma, mi pare di capire che siam tutte persone bruttissime! :)
      Come sai io l'ho apprezzato il giusto. Insomma, ho patito un po' la lunghezza ma è un mio problema, perché nonostante l'abbia trovato lungo non l'ho trovato noioso, che potrebbe sembrare una contraddizione, ma non saprei esattamente come spiegarlo. Resta il fatto che - nonostante io e l'horror ci si incontri rarissimamente - scomodare il "torture porn" mi sembra una stronzata! :)

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  6. Ma quindi Liam Neeson è stato trovato? Miiiiii la legge del contrappasso! 😊

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  7. Non capisco il commento sugli attori che non recitavano in portoghese, non mi pare che Leonardo di Caprio recitasse in francese nel film "La maschera di ferro" o Antony Quinn in greco in "Zorba" . Cos'è l'ultima barriera del politicamente corretto ?

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    1. Il politicamente corretto non mi interessava nemmeno quando era di moda, detto ciò a me il fatto che i gesuiti portoghesi parlino inglese lascia perplessa, tutto lì.

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  8. Io l'ho visto doppiato purtroppo. Ma parlano sempre inglese? Sia all'inizio quando sono fra loro e decidono di partire sia quando parlano con i giapponesi?
    E poi mi chiedo - per pura curiosità storiografica - attraverso quale lingua interagissero con i giapponesi. Magari viene detto nel film e me lo sono perso...

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    1. Parlano sempre in inglese, e i giapponesi interagiscono con loro in... inglese. Anche se ogni tanto rivolgendosi a Rodrigues o Garupe dicono proprio "pathre". Ad un certo punto, quando Rodrigues è imprigionato ed entra uno dei funzionari dell'inquisitore nella gabbia dicendogli che gli farà da interprete, gli dice, in perfetto inglese "ho imparato la vostra lingua, IL PORTOGHESE, grazie a (nome/cogneme)"
      Eccheccazzo.

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    2. Eccheccazzo sì, allora ...

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