11 mag 2015

Arles

3 maggio
Siccome le visite di Aigues Mortes e Saintes Maries de la Mer ci hanno portato via meno tempo del previsto siamo arrivate ad Arles a metà pomeriggio.
Il nostro Bed & Breakfast (Le vagabonde) è in pieno centro storico, in un dedalo di vicoli strettissimi, roba che se hai un macchinone fai davvero fatica a girare. Pure la sottoscritta, arrivata ad un incrocio particolarmente ostico, ha preso male le misure riuscendo a rigare uno dei suoi bellissimi cerchi in lega... Ne ho preso atto, e alla fine, visto che, grazie a tutta una serie di sensi unici e strade chiuse continuavamo a girargli attorno (al bed & breakfast, non al cerchio in lega), abbiamo parcheggiato sul lungofiume, lungo una strada di dimensioni umane, e abbiamo raggiunto Le Vagabonde a piedi, camminando per nemmeno cento metri. 
Marie Annick, la proprietaria, très chic, ci ha mostrato la nostra camera, composta da 2 stanze comunicanti, ognuna col suo letto, più la "sala da bagno". Arredi vintage, pavimenti in cotto, davvero molto... charmant.  

Dopo averci dato qualche indicazione su ristoranti e bar a vin, ci ha mostrato la sala per la colazione, e si è offerta di prenotarci il ristorante per la cena. L'abbiamo ringraziata e siamo partite alla scoperta della città.
In cinque minuti siamo arrivate alla piazza della cattedrale, l'Église Saint-Trophime, poi la nostra attenzione è stata catturata dai criptoportici. che decidiamo di visitare, acquistando il Pass Liberté, che, con 11.00€, consente l'accesso a 4 siti archeologici a scelta + 1 museo.
Così, con il nostro Pass Libertè, (Egalité, Fraternité) siamo scese nei criptoportici, di cui vi copioincollo una breve descrizione: 
il criptoportico di Arles, risalente al 1 ° secolo aC fu costruito come fondamento per il forum, che da allora è stato sostituito con la Cappella del Collegio dei Gesuiti e il Municipio. Tre gallerie doppie parallele, disposte in forma di U sono supportate da cinquanta moli. Strutture simili a Narbonne, Reims, e Bavay sono state usate come granai. Il criptoportico ad Arles è però, troppo umido e può essere servito come una caserma per gli schiavi pubblici. 

Gli occhi si abituano in fretta all'oscurità, infatti tornate in superficie ci investe una luce abbagliante... Entriamo nella cattedrale e poi, sfruttando il pass, visitiamo il Chiostro di Saint-Trophime che purtroppo ha una parte del colonnato in ristrutturazione, ma si può salire al piano superiore, cosa che, a mia memoria, mi è capitato raramente visitando un chiostro.
Lo stile architettonico è a cavallo tra il gotico e il romanico, e risale ai secoli XII-XIV, e, nonostante molte guide segnalino ancora l'ingresso da rue du cloitre, si entra da Place de la Republique, di fianco alla cattedrale. 


Considerato che c'è ancora parecchia luce cerchiamo di ammortizzare interamente il pass, e ci dirigiamo verso il teatro. E' ancora aperto, così ne approfittiamo. Inaugurato nel 12 a.c., a differenza di quello di Orange, qua è rimasto molto meno. Della scena restano due colonne corinzie, chiamate "deux veuves", le due vedove. 


Dopo il teatro logicamente tocca all'arena, così abbiamo esaurito i 4 ingressi compresi nel nostro pass. Risalente all'80 d,c, è - a differenza del teatro - molto ben conservata, e infatti ancora oggi ospita spettacoli teatrali. Uscite dall'arena, decidiamo che è ora di fare una piccola pausa, per poterci gustare, comodamente sedute, la nostra Leffe quotidiana.
E ci scegliamo una brasserie vista arena:



Siccome è dalla famosa colazione di Montpellier che non mangiamo nulla, e sonio passate 10 ore abbondanti, la birra a stomaco vuoto sviluppa un effetto euforico abbastanza prepotente, ma senza essere nocivo. 
Ci rilassiamo, spariamo due cazzate (attività in cui, non per vantarci, siamo davvero bravine) e, in attesa che arrivi l'ora di cena (la proprietaria del b&b ha prenotato per le 20.00) decidiamo di camminare ancora un po' per questa stupenda cittadina. Ci spingiamo fino alle terme di Costantino e alla vicina Fondazione Van Gogh, ormai chiusa, e camminando senza una meta apparente, facciamo arrivare l'ora di cena. 

Arriviamo davanti al ristorante "le criquet" e un cartello all'ingresso dice che sono al completo. Ma noi abbiamo prenotato, o meglio, qualcuno ha prenotato per noi, e ci danno subito il nostro tavolo, al piano superiore del locale, che effettivamente non avrà più di una quindicina di tavoli. 
I prezzi sono nella media per un ristorante di quel livello, ma, avendo risparmiato sul pranzo, va benissimo, e, decidiamo di farci anche un Pastis come aperitivo. Cosa per me impensabile fino ad un paio di anni fa, perché il gusto dell'anice non mi ha mai fatto impazzire, però, va a sapere, adesso riesco a berlo. Il prossimo passo sarà la Sambuca, a questo punto. 
Dopo cena camminiamo  un po, passiamo di fronte all'arena e, vagando un po' a caso fra i vicoli riusciamo anche a tornare a casa, e, come sempre, a svenire nel letto in tempo zero. 


16 commenti:

  1. Lonely Poison... no aspè, meglio, Poison Planet, pensa che bello, "La famosa serie di guida per turisti Poison Planet" dai figata! Ti conviene registrare il nome secondo me ;-) Cheers!

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    1. Ah ah ah! Poison Planet è davvero notevole, in effetti! :)
      Grazie caro! :)

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  2. Ma va là che bella Arles.
    Sai, comunque, che pure a me il Pastis... meh, idem anice e Sambuca. Aspetto qualche anni, allora!

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    1. Arles è davvero molto molto bella, ci è piaciuta davvero molto...
      Per quanto riguarda il Pastis, non dico che sia diventata la mia bevanda preferita, però, vuoi per il fatto che si diluisce con l'acqua e quindi puoi farlo diventare leggero a tuo piacere (non so se i puristi del pastis approveranno), riesco a berlo. Per la Sambuca dobbiamo ancora lavorarci, ma non ho fretta...

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  3. La porta di quella cattedrale è.... meravigliosa! Ammazza che voglia di partire che mi hai messo!

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    1. Questo significa che come travelblogger da strapazzo me la cavo abbastanza bene, allora! ;)

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    2. Più che bene direi :))))

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  4. quando leggo resoconti di viaggi mi viene sempre voglia di mettere quattro cose in un borsone e partire.
    Ufff... :)

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    1. Ti capisco.
      A me succede lo stesso, e spesso anche senza leggere resoconti...
      (insomma, se potessi viaggerei più o meno sempre, ma pare che se non hai la fortuna di essere ricca sfondata e nullafacente la cosa sia complicata, allora mi accontento!) :)

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    2. hai toccato un tasto dolente.
      la fanno facile chi ti dice che è bello viaggiare, che devi viaggiare, che ti apre la mente e blablabla...ma dall'altra parte del mondo, o anche meno, mica ci posso andare aggratis :)

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    3. Esatto! Il grosso problema è proprio quello...

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  5. il pastis e l'ouzo in vacanza (e solo in vacanza) non me li perdo mai

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    1. L'ultima volta che sono stata a Istambul mi sono data al raki...

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  6. Che meraviglia quel portone rosso <3 e anche qui splendido il B&B!!!!
    Io all'anice mi sono convertita con l'Ouzo in vacanza,anche se a casa effettivamente non l'ho più bevuto,preferendogli decisamente piuttosto un buon whiskey.La Sambuca non l'ho mai assaggiata,ma a furia di sentirla nominare dai Ford (e adessso anche da te!)adesso sono curiosa di provarla XD

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    1. La Sambuca ha un odore insopportabile, a mio giudizio... Dubito che riuscirò a farla rientrare nell'elenco delle poison-bevande! :)

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