4 mar 2015

Vizio di forma

dal vangelo secondo P.T.Anderson: "l'ultima cena"
Ci sono registi che per qualche inspiegabile motivo assurgono al ruolo di semidei e per cui un sacco di persone iniziano a nutrire un amore tale al punto che potresti insultare le loro madri e ci passerebbero sopra nel giro di un paio di minuti scarsi, ma guai a dire che un film di Malick, o Von Trier, o Lynch o Kubrik non ti è piaciuto. Potessero ti prenderebbero a schiaffoni. Spesso succede che si tratti delle stesse persone che si indignano tantissimo quando la libertà di espressione viene minacciata da gente fanatica (come loro). Jesuischarlie chi? 
Paul Thomas Anderson, arrivato al suo settimo film, fa sicuramente parte di questo esercito di esseri mitologici, metà uomo metà regista, per cui, se ti azzardi a dire che un suo film non ti è piaciuto... apriti cielo.
Io, che i fanatismi li ho abbandonati da un pezzo, di fronte a queste esplosioni d'ammore a senso unico reagisco in modi differenti a seconda dell'umore. 
a) mi diverto un sacco,
b) mi irrito un po',
c) ti tocchi,
d) non sa/non risponde.
Di Paul Thomas Anderson ho visto 3 film, 4 con questo: Boogie Nights era stato interessante, ma confesso che, a 18 anni di distanza, una delle poche cose che ricordo del film è Heather Graham sui pattini. Magnolia, che ho adorato, mi ha fatto scoprire che Tom Cruise era in grado di recitare, mentre il più recente The Master mi aveva annoiato alquanto. Il resto - compreso il petroliere - mi manca. 
Tutto questo inutile pippone per dirvi che sabato la bionda Dantès ed io siamo andati a vedere Vizio di forma, che, se l'avessi visto in v.o. sarebbe Inherent Vice. Ma così come non tutte le ciambelle riescono col buco, non tutti i film escono al Centrale, e tocca accontentarsi (anche se pare che il film in v.o. potrebbe arrivare al Centrale dal 12 marzo).
Siccome questo blog è gestito da una cialtrona senza né arte né parte, non sarà certo lei ad accanirsi sulla differenza di significato che passa tra "vizio di forma" e "vizio intrinseco", E, sempre per la cialtronaggine intrinseca che la contraddistingue, proverà a dirvi qualcosa del film senza raccontare troppo. E soprattutto, senza spiegarvi nulla. Anche perché, davvero, non c'è niente da capire. 




Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Thomas Pynchon, che mi rammarico di non aver letto, perché sono sicura che avrei apprezzato di più.
F e r m i   t u t t i. 
Non ho detto che il film non mi è piaciuto.
E no. Non sto nemmeno dicendo che sono uscita dalla sala urlando al capolavoro. Termine che, ultimamente, viene usato molto spesso a sproposito.
Detto ciò posso dire che il film, pur senza entusiasmarmi, l'ho apprezzato. Anche se quel continuo uso (e abuso) del termine "hippie fattoni" iniziava a darmi fastidio.
La voce narrante di Sortilège (forse un pelino impegnativo, ma gran bel nome) ci spiega cose a caso, mentre Shasta, in qualità di ex fidanzata, un giorno si presenta alla porta di Larry "doc" Sportello, per chiedergli aiuto: da quando si sono lasciati è diventata l'amante di Mickey Wolfmann (He’s technically Jewish but wants to be a Nazi) un costruttore miliardario, la cui moglie - che lo tradisce a sua volta con una specie di Big Jim biondo platAno - sta architettando un piano per rinchiuderlo in manicomio e lei ovviamente vorrebbe impedirlo.
Doc, che è un investigatore privato molto sui generis, accetta l'incarico.
Siamo in California, sul finire degli anni 60. Le droghe alimentano un'idea astratta di sogno americano, che però ogni tanto si ritrova a fare i conti con la realtà, e più che la politica di Nixon e la guerra in Vietnam, che sembra non interessare il microcosmo che popola Gordita Beach, ad alimentare la paranoia di tutti è Charlie Manson, il cui nome ricorre più volte durante il film.
E, fra una canna e l'altra, che se il film fosse stato in odorama avresti abbandonato la sala strafatto, vediamo Doc affrontare una serie di situazioni che, in maniera del tutto casuale, lo portano a ricomporre una sorta di puzzle psichedelico in cui gli eventi si susseguono e si accavallano come in preda al caos, salvo scoprire, scomodando se vogliamo la teoria dei sei gradi di separazione, che è tutto collegato, partendo da quando Doc, che pare abbia lo studio all'interno di quello che sembra un'ambulatorio, con Petunia a fargli da assistente, inizia le sue indagini in un bordello e si ritrova accusato da Bigfoot dell'omicidio di una guardia del corpo di Wolfmann, appartenente alla fratellanza ariana, mentre un'ex tossica gli chiede di rintracciare il marito ufficialmente morto, che ritroverà in una specie di setta travestita da rehab, al cui interno sta soggiornando lo stesso Wolfmann, che sembra essere il trait d'union attorno a cui si muove tutto, a partire dalla misteriosa Golden Fang: un'imbarcazione? un cartello orientale della droga? un'associazione di dentisti massonici dediti all'evasione fiscale? Fra cravatte e banane al cioccolato, giovani figlie di papà in cerca di libertà, svastiche tatuate (male), poliziotti corrotti, assistenti procuratori finto per bene, influsso dei pianeti e tavolette ouija, abusi edilizi,  bisognerà arrivare alla fine per capire tutto quanto.
Forse.
O forse no.




Per apprezzare Vizio di Forma è necessario lasciarsi andare e fingere che la logica non esista, altrimenti si corre il rischio di non uscirne vivi. 
Magistralmente interpretato da un Joaquin Phoenix che per l'ennesima volta dimostra la sua bravura, e per il quale una nomination all'Oscar sarebbe stata strameritata, il film si avvale anche dell'ottima interpretazione di Josh Brolin nel ruolo di Christian "Bigfoot" Bjornsen, oltre a Benicio Del Toro, Owen Wilson, Reese Witherspoon, Martin Short, Eric Roberts, Maya Rudolph, Katherine Waterson e Joanna Newsom che interpretano rispettivamente  Shasta e Sortilège.
Dialoghi che strappano ben più di una risata, fotografia interessante, costumi perfetti (per il personaggio di Doc Sportello pare che si siano ispirati a Neil Young) e colonna sonora da urlo. Quando parte Harvest stavo quasi per applaudire, poi mi tenni.
E, a pensarci bene, mi rendo conto che il film mi è piaciuto molto più di quanto non mi fosse sembrato appena uscita dalla sala.
A volte succede.
Altre volte succede il contrario. 




È troppo tempo amore che noi giochiamo a scacchi,
mi dicono che stai vincendo e ridono da matti,
ma io non lo sapevo che era una partita,
posso dartela vinta e tenermi la mia vita.
Però se un giorno tornerai da queste parti,
riportami i miei occhi e il tuo fucile.
E non c'è niente da capire.

50 commenti:

  1. Pure io odio i fanatismi, un mio abbastanza recente scontro con un vontrieriano lo testimonia - e io non ho reputato "The master" noioso, ma mi è sembrato che mancassero dei punti...
    Per il resto ho visto quasi tutto di Anderson e, pur non ritenendolo il mio regista preferito, il suo stile mi piace molto. Questo film poi mi incuriosisce non poco...

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    1. Vizio di forma ha parecchie cose interessanti e merita senz'altro di essere visto, possibilmente in lingua originale. Sarò monotona (o fanatica?) ma il doppiaggio è fastidioso, a partire dalla voce di Sortilège...

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    2. Credo che anche lì dipenda da doppiaggio a doppiaggio. Ma credo che mi sarà difficile vederlo - o almeno, vederlo in vie 'legali' - in lingua originale :/

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    3. Diciamo che, se fosse possibile scegliere, io i film li guarderei sempre in v.o. (ovviamente sottotitolati) perché inevitabilmente con il doppiaggio si perde comunque qualcosa. Ammetto che questa è una mia presa di posizione, che potrebbe risultare parecchio snob... ma fa lo stesso!

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    4. Alla fine l'ho visto e... boh... da una parte piaciuto molto, dall'altra mi sembra tanto rumore per nulla. Ma più che altro sono io che non l'ho capito.

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    5. adesso vengo a leggerti, e comunque sì, sul tanto rumore per nulla direi che siamo d'accordo... poi bisogna vedere se sei davvero tu che non hai capito o se davvero, alla fine, non ci sia proprio nulla da capire, eh? ;)

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  2. Di Anderson ho visto solo "Magnolia", questo mi incuriosisce, anche se pare parecchio confuso, vediam se lo pesco in v.o.

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    1. Magnolia all'epoca lo trovai splendido, questo indubbiamente è tanta roba, che può sembrare pure troppa. Io sono uscita dalla sala con la sensazione di "meh", poi, a freddo, l'ho apprezzato di più...

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  3. Niente male il romanzo di Pynchon; quando l'ho letto mi sono detto "troppi personaggi, troppe sottotrame... impossibile farne un film"
    invece l'hanno fatto
    Forse l'andrò a vedere, forse no (la tua recensione non incoraggia)
    invece IL PETROLIERE lo devi vedere: cupo e avvincente (un po' lungo...) con un protagonista indimenticabile

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    1. In effetti i personaggi sono davvero tanti, e sono certa che nel film non ci siano nemmeno tutti... Mi sono fatta l'idea che questo sia uno dei rari casi in cui il film si apprezzi meglio se si è letto il libro...

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  4. Dopo la visione ci ho messo un po’, ma alla fine ho capito, la scena dell’ultima cena (con pizza) è diretta da Pitì Anderson, in maniera uguale spiccicata all’ultima cena del film M.A.S.H. guarda caso di Robert Altman, vero idolo di Pitì.
    Quando riesci guardati “Il Petroliere”, personalmente sono andato giù di testa per quel film. Il Centrale resta un baluardo del v.o. ;-) Dici bene, per apprezzare in pieno questo film bisogna lasciarsi andare, in generale, bel commento complimenti :-)

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    1. Sai che non ricordavo assolutamente la scena di M.A.S.H.? Ormai nell'hard disk del mio piccolo cervellino ci sono così tanti film che ricordarsi tutto è sempre più difficile... E non ricordo nemmeno il motivo per cui all'epoca mi persi la visione de Il petroliere, sinceramente...

      Per quanto riguarda il Centrale.. sempre sia lodato! e, per finire... grazie! :)

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  5. quella mappa che hai inserito mi fa pensare tanto a Grand Theft Auto, un videogame di quelli che ti lasciano a bocca aperta, ci gioca mio figlio ma ogni tanto quando sto a casa mi fermo a guardarlo...ok non c'entra nulla ma questo film mi interessa parecchio...

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    1. Ah ah ah! il videogame lo conosco solo di nome, io sono rimasta al PacMan... :)
      Comunque il film è caoticamente interessante...

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  6. La citazione di "Niente da capire" è perfetta. Per il resto siamo sulla stessa lunghezza d'onda.
    La stessa cosa è successa anche a me a distanza di tempo dalla visione ed è tipico dei film di un livello superiore.

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    1. In effetti il pezzo di DeGregori mi è venuto in mente mentre scrivevo il post, e mi sembrava azzeccato, grazie! :)
      Hai ragione, è un film che ha bisogno di decantare, mi era successa la stessa cosa con Holy Motors...

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  7. ma non ce la tiriamo un po' che a sghignazzare al cinema eravamo praticamente in tre?

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    1. E adesso sara colpa nostra se laggente c'hanno il senso dell'ironia settato sull'umorismo di Alessandro Siani?

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    2. umorismo di alessandro siani: trova l'intruso

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    3. Io e la mia compagna facciamo cinque: abbiamo riso più di una volta e anche di gusto!
      Pensate solo alla faccia di Doc mentre osserva Big Foot che guida mentre ciuccia il dolce... :D

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    4. Ma infatti è impossibile non ridere... Bigfoot con la banana è lo sdoganamento del porno! Ma anche quando Doc prende in mano la polaroid della figlia della tossica, ad esempio. solo che ci è capitato più volte di ritrovarci in sale piene ed essere praticamente gli unici a ridere... Ricordo ancora che durante la scena del Quaalude in The Wolf of Wall Street io ero piegata in due e il signore a fianco a me mi guardava stupito...

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    5. Non l'ho visto, ma vi chiedo: può ricordare un po' Lebowski?

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    6. Ho letto in giro più di un rimando all'opera dei Coen. A me non è parso, ma è noto che io non capisca una beata fonchia, quindi non faccio testo... :)

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  8. Commento sospeso fino alla visione, spero in v.o.
    A me The master era piaciuto, anche se non subito, e credo si debba recuperare Punch-Drunk love, io non ricordo sia mai uscito in italia... Il petroliere lo perdemmo per un mix di durata del film (orari scomodi), trailer deprimente e il fatto che rimase nelle sale piuttosto poco, a quel che mi ricordo.

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    1. Punch-Drunk love è Ubriaco d'amore, che mi lasciò un po' così. Il petroliere è un filmone, dovete recuperarlo

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    2. @Tiz: a costo di sembrare la solita snob di merda, io di recuperare un film con Adam Sandler non sento davvero alcun bisogno.

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    3. Ma non c'è anche Philip Seymour? :-)

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    4. in Ubriaco d'amore sì. come nella maggior parte dei film di PTA

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    5. Ubriaco d'amore è un bel film e Sandler ci fa 'na bella figura. Petroliere imponente, un po' come il membro di Wahlberg in Boogie Nights, Magnolia piaciuto molto, rane comprese. Stop!

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  9. P. T. Anderson è uno dei miei registi preferiti e con questo suo favoloso film conferma, se ci fossero stati dubbi, di essere un regista con la R maiuscola.
    Di lui mi piace tutto: Boogie Nights e Magnolia sono capolavori. Ubriaco d'amore è una commedia piacevolissima con un Sandler recita bene, incredibilmente. Il petroliere è potente con un Lewis maestoso e che se ne dica The Master è devastante.
    Vizio di forma è un grande film e potessi ti svelerei una chiave di lettura parecchio interessante ;)

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  10. Se la memoria non mi tradisce, mi sa che di Anderson ho visto tutto, e pur non essendo uno di quei fanatici di cui parli, ammetto di non essere mai stato deluso, e nel caso di Boogie nights mi esalto ad ogni nuova visione.
    Spero che questo non tradisca le alte aspettative, e di vederlo presto.

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    1. La mia memoria mi tradisce spessissimo (e mi sono drogata molto meno di Doc Sportello, fra l'altro) infatti di Boogie Nights ho dei ricordi vaghi e confusi, pur ricordandomi che mi era piaciuto...
      Secondo me questo potrebbe piacerti, aspetto che tu lo veda per scoprirlo!

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  11. sottoscrivo tutta la prima parte del post.. certi registi sembrano intoccabili a prescindere, ma de gustibus! e poi la libertà prima di tutto. Io di Anderson ho visto Magnolia (piaciuto) e Il petroliere (piaciuto assai meno.. tr lento), questo non l'ho ancora visto ma dopo la tua recensione sono parecchio curiosa anche se sembra veramente a big mess! :-D

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    1. Ma vero Elisa? Che fastidio!!! :)
      Magnolia splendido, sono d'accordo, il petroliere a questo punto lo metto nella lista dei film da vedere prima di morire, mentre questo è effettivamente un gran casino, ma alla fine si incastrano tutti i pezzettini! :)

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  12. Poison, ma chi è che ti spaventa tanto quando fai opera di lesa maestà? :-D

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    1. guarda, generalmente a parte gli ignoranti non mi spaventa quasi nessuno.... :)
      (e comunque io non ledo maestà altrui...) :P

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  13. Come già sai per me è stata la noia, tanti bei spunti, un inizio con un po' più di ritmo e di gag, ottime le interpretazioni e l'ambientazione... ma la scintilla non è scoccata, anzi, e avendolo visto in v.o., ti dirò, la voce narrante di Sortilège non ha aiutato, monocorde come una nenia conciliante.
    Va da sé che non ha aiutato.

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    1. ah, la voce di Sortilége è monocorde anche in v.o.? Peccato! :(

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  14. Gran bella rece...
    Mi ritrovo perfettamente nelle tue parole e anche nelle dinamiche che ti hanno portato a scrivere queste parole.
    Se non mi sono spiegato è tutto pendant col film.
    Anche io in rece ho parlato di vizio intrinseco, quello di forma fa pensare a tutt'altro

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    1. Grazie mille...
      Sono sempre molto lusingata quando apprezzi quello che scrivo!
      Sui traduttori di titoli e i danni che fanno non smetterò mai di lamentarmi... :)

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  15. Eccome se ti è piaciuto, "recensione", lo metto tra virgolette perché ho come l'impressione che si tratti di un termine che potrebbe infastidirti, ispiratissima che solo un film che ti ha particolarmente colpito può tirare fuori. Joaquin Phoenix è il miglior attore ammerigano al momento, non sarà fanatico sui registi ma se qualcuno prova a criticare lui azzanno direttamente alla giugulare.
    Insomma, sparate un po' di cazzate, non vedo l'ora di vederlo.

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    1. Ma grazie! :)
      (non è che il termine "recensione" mi infastidisca, è che non credo che quello che scrivo si possa considerare tale, semplicemente...)
      Phoenix è sempre più bravo, e, anche se non sempre i film con lui mi sono piaciuti (her e the master per farti due esempi recenti) le sue prove mi hanno comunque convinto.
      All'inizio della sua carriera - quando ancora si faceva chiamare Leaf - per me era soltanto il fratello minore di River (che a me manca sempre moltissimo).

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  16. Il film non l'ho ancora visto, però guai a te se mi tocchi PT Anderson, Malick, Von Trier, Lynch o Kubrick che non ti parlo più.

    Comunque viva la libertà di espressione. Je suis Cannibal! :D

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    1. E cosa aspetti, invece di perder tempo con i filmacci brutti di cui hai parlato ultimamente? :)

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  17. un film da vedere, ma non da spiegare :)

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    1. Anche perché se provi a spiegarlo la gente ti sgama, rendendosi conto che non hai capito niente! :)

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