7 gen 2015

American Sniper

Clint Eastwood, il texano dagli occhi di ghiaccio (che texano non è), dirige Bradley Cooper, un'altro che col Texas non c'entra nulla,  ma che per questo film, che si basa su una storia vera, il texano l'ha studiato prendendo lezioni di dizione in modo da riuscire a mischiare l'accento occidentale, quello rurale, quello meridionale e quello dei cowboy. Il risultato è assolutamente eccellente: infatti quando parla non si capisce una beata minchia. Probabilmente, vista anche la trasformazione fisica di Cooper, alla fine si è mangiato anche l'insegnante. 
La storia (vera) è quella di Chris Kyle, il cui padre gli ha spiegato, quando era ancora un ragazzino, che gli uomini si dividono in pecore, lupi e cani pastore. E che non bisogna essere né pecore né lupi. Chris diventa quindi quel cane pastore pronto a sacrificare tutto per proteggere e difendere la vita dei suoi cari. Mentre con il fratello partecipa ai rodei che si svolgono in quell'angolo d'America, vede in tv il servizio relativo agli attacchi alle ambasciate americane di Nairobi e Dar Es Salaam (agosto 1998) e decide di arruolarsi nel corpo dei Navy Seals. 
Spinto da quei valori tanto cari agli americani, "amore dio & patria", ovviamente Chris supera il duro addestramento e parte per il suo primo turno in Iraq diventando il cecchino più letale della storia militare americana.
I suoi turni in Iraq saranno quattro, e la lista dei nemici abbattuti, che contribuirà a farlo diventare "Leggenda" per gli americani e "diavolo" per i suoi nemici, che metteranno una taglia di 80.000 dollari sulla sua testa, arriverà a 160 (secondo le stime ufficiali, ma pare che possano essere stati molti di più), ma quello che sembra sconvolgere profondamente Chris non è l'elenco delle sue vittime, poco più che bersagli, ma i compagni che non è riuscito a salvare con il suo lavoro.
Il film alterna i periodi di Chris e del suo plotone in Iraq, prima a Falluja poi a Sadr City con quelli di congedo tra una missione e l'altra. Ed è proprio in questi momenti "casalinghi" che il film, in cui il protagonista mostra già i segni del disturbo da stress post traumatico di cui soffrirà una volta congedato, cede il passo all'inevitabile retorica a stelle e strisce soprattutto nei dialoghi con la moglie Taya, al limite dello stucchevole.
American Sniper non giudica (e ce lo possiamo far andar bene), e rimane in superficie. Rimane in superficie tratteggiando il personaggio di Mustafà, la nemesi siriana di Kyle, che, come lui, ha una moglie e dei figli, rimane in superficie nel breve incontro alla base aerea in cui Chris incontra il fratello minore, arruolatosi a sua volta, in un breve dialogo in cui si capisce che il Kyle piccolo si sta letteralmente cagando in mano, ma poi non se ne saprà più nulla.
American Sniper rimane in superficie, e, così facendo, non arriva al cuore. 

24 commenti:

  1. Concordo, retorica a fiumi, patriottismo tagliato con l'accetta, zero domande, zero sfumature! Chè poi, che bisogno c'è di essere un bisteccone come Kyle grande , se il mingherlino Kyle piccolo è comunque riuscito ad arruolarsi? E poi, com'è che uno sta sui tetti a fare lo sniper e poi prende e scende a far altro? Così, ad muzzum? Era un'autogestione? No, restando nel tema Zero Dark

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  2. ./. Thirty era di un'altra caratura. Clint ha toppato. (E il commento non so perché è partito tagliato..)

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    1. che pure Zero dark thirty è sopravvalutato tanto

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    2. @Dantès: no, a me è piaciuto davvero molto!

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    3. Anche a me è piaciuto molto Zero Dark...e non vado pazzo per la Bigelow (anche se tiene botta alla grande :-D)...ribadisco, ormai Clint è in fase involutiva e postcrepuscolare...

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    4. @Dantes American Sniper non l'ho ancora visto...ma Zero Dark sopravvalutato no dai????

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    5. @Beatrix che vuoi che ti dica? a metà speravo finisse. troppo lungo, e anche lì abbastanza tagliato con l'accetta

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  3. Sto leggendo peste e corn di questo film, eppure continua a ispirarmi un botto. Per Clint, questo e altro! <3

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    1. Ma no, c'è un sacco di gente che ne parla benissimo, e comunque fai bene a vederlo, se ti ispira, mai basarsi sulle opinioni altrui. Ma più per te stesso che per Clint, in ogni caso.

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    2. Visto e... beh, non entusiasmato, però non così stellestrice, mi è sembrato. Più che altro non arriva al cuore, quello no...

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  4. Be' a volte meglio rimanere in superficie...e sì, se ne leggono di tutti i colori (ne ho le balle piene), e spero di andare presto. E' tipo una settimana che rimando. *_*
    La tua recensione non altera il mio umore, e ciò è più che positivo. ^_^

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  5. A me è piaciuto come confezione, come interpretazione. Di emozioni ce ne sono poche anche perché il protagonista è leggermente stressato :D la moglie è in effetti un po' stucchevole e anche il discorso delle pecore non è proprio il massimo :)

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    1. Ma a maggior ragione, proprio perchè il protagonista è stressato, avrei preferito un maggior approfondimento... :)

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  6. Spero proprio di essere più dalla tua parte, che da quella degli entusiastici come Ford.
    Anche perché sono stufo di andare d'accordo con quello là... :)

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    1. Sono davvero curiosa di scoprirlo, a questo punto...

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  7. Il patriottismo ammerigano mi fa storcere sempre il naso, in questo film ce n'è tanto eppure mi è piaciuto lo stesso. :D

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    1. Ciao Salvatore, benvenuto!
      Il patriottismo americano è abbastanza lontano dai nostri standard di popolo che espone la bandiera solo in occasione dei mondiali di calcio (perdonami la generalizzazione).
      Io personalmente ho adorato in passato film che il patriottismo te lo sbattevano in faccia dall'inizio alla fine, non è una cosa che giudico in maniera negativa a priori. Ma questo film non mi ha convinto.

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  8. Per me un film profondissimo.
    Il problema del patriottismo o presunto tale è di chi lo critica, mi pare.

    Senza contare che a me non è sembrato patriottico neanche per sbaglio.

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    1. Come avrai capito a me invece non è sembrato affatto profondo, ma mi piacerebbe capire come fai a non trovarlo un film patriottico.
      Con questo non sto dicendo che patriottismo = male, ma non vederne in questo film mi sembra davvero difficile.

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    2. Io ho visto un film che mostra la follia della guerra, sul campo e fuori.
      E quella parte finale, così "patriottica", a me ha dato i brividi. E penso che Clint lo sappia bene.
      Poi, che sia molto, molto americano è indubbio. Ma lo sono tutti i suoi film. Anche quelli che apparentemente sono considerati inni democratici.

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