24 nov 2014

Pillole dal 32° TorinoFilmFestival

Sarò breve.
Intanto perché mi manca il tempo materiale.
A seguire perché oggi è l'unico giorno della settimana in cui sono in ufficio e quindi, teoricamente, dovrei lavorare. 
Ma volevo spendere due parole sui primi 3 giorni del Torino Film Festival, iniziato venerdì.
Dopo aver fatto una coda di circa un'ora e mezza venerdì pomeriggio sono entrata in possesso del mio abbonamento, e alle 17.30 ho potuto assistere al primo film di questa edizione:

Diplomatie
(di Volker Schlöndorff - Francia/Germania 2014)
Schlöndorff, palma d'oro e oscar per "Il tamburo di latta" ha introdotto, in un buon italiano, il suo ultimo film che, con il titolo "Diplomacy - Una notte per salvare Parigi" potete trovare già in sala.
Fine agosto 1944, Parigi.
Nella stanza d'albergo divenuto il quartier generale delle truppe tedesche, la capitale francese è ancora nelle mani dei tedeschi comandati dal generale Von Choltitz (Niels Arestrup) che ha ricevuto l'ordine preciso di radere al suolo Parigi, prima di abbandonarla.
Il console svedese Nordling (André Dussollier), recatosi in visita al generale, cerca, con calma e fermezza, di far desistere Choltitz dal suo intento, dando il via ad un dialogo in cui la diplomazia cerca di far breccia in un uomo obbligato ad eseguire gli ordini. 
In giro si sono sentiti pareri contrastanti, io l'ho trovato interessante.

Tokyo Tribe
(di Sion Sono - Giappone 2014)
Ovvero il musical secondo Sion Sono.
Tokyo Tribe è un delirio pop, anzi, un delirio hip hop in salsa teriyaki.
In uno scenario notturno, fluorescente futuristico e post apocalittico, la città è dominata da diverse gang che si sono spartite il territorio e che in qualche modo riescono incredibilmente a convivere. Ma Merra, l'ossigenatissimo capo del quartiere a luci rosse di Bukuro, vuole la testa (si fa per dire, ma non vi dirò nulla) di Kai, il capo dei Musashino Saru, che predica amore e pace e contemporaneamente cerca di difendere la vita di Erika, che, tutto sommato, riesce benissimo a difendersi da sola.
Mescolate vorticosamente tutto a ritmo di rap, aggiungeteci una manciata di citazioni, compreso uno sfottò nei confronti di Tarantino, spargete maschilismo spinto un po' ovunque e vi troverete di fronte all'ennesima opera folle del regista giapponese, da cui, da un film all'altro, non si sa mai a cosa si sta andando incontro, nel momento in cui si spengono le luci e inizia lo spettacolo.

9 commenti:

  1. Questo Tokyo Tribe pare interessante. Capelli ossigenati e maschilismo hanno il loro perché!

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    1. Tra l'altro noto dalla foto che sarebbe il luogo ideale per la ragazza che ti ho mostrato ieri ahahaha!

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    2. la ragazza di ieri sarebbe addirittura fin troppo sobria! ! !

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  2. Attualmente nei miei cine non fanno un kaiser, sarebbe bello vedere almeno il primo ... e del secondo, non oso immaginare, cosa voglia al posto della testa ;)

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  3. l film di Sion Sono è insopportabile, infatti sono uscita prima. E non voglio dire brutto, perché può piacere e si intravede il genio, in alcune cose, dico solo che io il rap e l'hip pop li odio, cantati in giapponese con parole storpiate dall'americano lo odio ancor di più e il tutto era, lo ridico, insopportabile. Sono DOVUTA uscire prima che mi scoppiasse il cervello. Teribbbbile.

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    1. Diciamo che questo si allontana un po' da tutti i precedenti lavori del regista, ma io - non patendo l'hip hop come te - mi sono divertita un sacco...

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  4. Oddio che trashume è quel giapponese biondo con lo speedo??? Erika? Mi si impone di vederlo, almeno per omonimia!

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    1. Un obbligo morale!!!
      Comunque non hai idea della tamarritudine....

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