26 apr 2014

Ricordi di viaggio: Portogallo

L'altro giorno leggevo, sul blog di Elena (che - se come me amate i viaggi - vi consiglio di leggere) un suo racconto su Porto. O Oporto, se preferite.
I suoi ricordi probabilmente sono più recenti dei miei, ma mi ha colpito il fatto che pure lei, sorpresa dal vento, abbia dovuto acquistare un maglioncino al volo. Cosa che dovetti fare pure io, entrando in un negozietto che era più una merceria che un negozio di abbigliamento, e meno male che c'era quello, da dove uscì con un orribile maglioncino che, oltre ad essere di un improbabile color ciclamino, sembrava già infeltrito. 
Quando io e la bionda andammo in Portogallo, all'inizio degli anni 90, non esistevano i blog. Forse non esisteva nemmeno internet. In compenso il Portogallo esisteva già. E anche Paulo Sousa, anche se lui in quegli anni non era ancora approdato a Torino. Vi ho mai raccontato di quella volta che me lo sono trovato di fronte all'apertura delle porte dell'ascensore del Sitea? Credo di aver assunto la stessa espressione estasiata di Bernadette Soubirous, ma questa è un'altra storia.


Viaggio itinerante, e, se non ricordo male, fu il nostro primo viaggio in coppia. Formula fly & drive, con arrivo all'aeroporto di Faro e una splendida Fiat Uno granata a portarci in giro per il paese. 
Ricordo le autostrade con le rampe di emergenza, che qua non ci sono, e mi avevano colpito. 
Di Porto ricordo poco, solo che mi era sembrata una città bellissima, e mi piacerebbe tornarci per trovare conferme ai miei ricordi un po' sbiaditi. Il mattino che andammo in visita alle cantine uscimmo mediamente ubriache, che all'epoca eravamo giovani e ci ubriacavamo ancora con una certa facilità. Durante le nostre passeggiate alla scoperta della città avevamo adocchiato un ristorantino carinissimo sulla riva del Douro, e decidemmo di tornarci a cena. Mangiammo bene, come in tutto paese, peccato che, compreso nel prezzo, ci toccò sorbirci uno spettacolo di fado, musica popolare portoghese. Tristissima. Siamo uscite dal locale e volevamo morire. Anche perché, grazie allo spettacolo, i prezzi, normalmente abbordabilissimi, erano raddoppiati. Ricordiamo ancora quella cena con l'affettuoso nome di "inculata". 
Ci era piaciuta tantissimo anche Coimbra, città universitaria molto vivace.
Per non parlare di Evora e la sua "Capela dos Ossos", con l'iscrizione all'ingresso Nós ossos que aqui estamos pelos vossos esperamos. 
Arrivate a Lisbona trovammo un albergo vicino alla piazza del Rossio, parcheggiando la macchina nella piazza stessa. Una sera rincasando notammo un foglietto sul parabrezza. E pensammo ad una multa, ovviamente fregandocene totalmente. Il mattino successivo dovevamo ripartire, non ricordo quale fosse la tappa successiva, ma, uscendo dall'hotel con le valigie, dove fino alla sera prima era parcheggiata la nostra auto, c'era uno spazio vuoto. 
Ci guardiamo in giro un po' smarrite, finché non compare all'orizzonte quello che sembrava un vigile urbano. Noi non parliamo portoghese, lui non parla inglese. 
Ne uscì un dialogo surreale. 
Noi che cerchiamo di fargli capire che avevamo parcheggiato lì e che la nostra macchina non c'era più.
Lui ci spiega che non si può parcheggiare lì e noi a provare a spiegargli a nostra volta che, purtroppo, avevamo già parcheggiato lì, ma che la macchina non c'era più. Il teatrino è andato avanti per un po' fino a che, per qualche strana congiunzione astrale, abbiamo capito che quel fogliettino sul parabrezza non era una multa, ma una specie di invito, sul genere "o la spostate voi, o ve la spostiamo noi". In buona sostanza, probabilmente durante il week end si poteva parcheggiare nella piazza, ma nei giorni feriali era proibito. Quindi la nostra macchina era stata rimossa e portata in un deposito periferico. Recuperato faticosamente l'indirizzo, le due mentecatte presero un taxi e si fecero portare alla depositeria a recuperare l'auto. Per fortuna ce la cavammo con una cifra abbastanza ridicola, all'epoca. E, una volta rientrate in possesso della potente Uno granata, riprendemmo il viaggio. 
Un'altra cosa che mi aveva colpito, oltre alle vie di fuga in autostrada, era il fatto che ogni distributore di benzina fosse dotato di una pompa dell'acqua. 
Dopo il nostro arrivo ad Albufeira, quando al mattino successivo ritrovammo l'auto ricoperta di escrementi di uccello (roba da dover riconoscere l'auto leggendo la targa) ho immediatamente capito perchè.
Dopo aver visitato il paese da Nord a Sud, arrivammo in Algarve, per qualche giorno di mare, facendo tappa a Lagos.
Giornate in spiaggia a ustionarci le chiappe (sempre per colpa del famoso vento), ma non per modo di dire: ricordo che una sera sia io sia la bionda uscimmo senza mutande per l'insopportabile fastidio da sfregamento che, se mai vi siete ustionate le chiappe in vita vostra, sapete di cosa sto parlando...
Ma ad anestetizzare il nostro "dolore" c'era un grazioso localino (ancora mi ricordo quanto erano buoni i cocktail in quel locale, fate voi!) che, all'happy hour, ti dava due litri di sangria al prezzo di uno.
Generalmente poi si andava a cena barcollando.
Prima o poi ci voglio tornare.




18 commenti:

  1. Ecco, avrei detto che a Porto non c'è una beata emme ed invece ci sono i locali che ti danno le incu, non mancherò d'andarci.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Porto è splendida, e se ci tornassi probabilmente cercherei di evitare i locali con cena a tempo di musica! :)

      Elimina
  2. Bom dia rapariga! Sono stato tre volte in Portogallo e sempre per lunghi periodi e ho dei ricordi molto belli...ma anche molto tristi, tanto che ho dimenticato pure la lingua...até logo :-D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io ci sono stata una volta sola, e la lingua non l'ho mai imparata... ;)

      Elimina
  3. io vado ad aprire un negozio di maglioncini ! ;)

    RispondiElimina
  4. e a Evora, nella piazzetta della chiesa, c'era un ristorantino dove facevano un Bacalhau à braz che era la prova dell'esistenza di dio, ora sono vegetariano e ateo :)

    RispondiElimina
  5. Ma è così bello il Portogallo? Sono seria. Non mi attira per niente (sai quelle cose a pelle) eppure più ne leggo più pare essere davvero affascinante.

    Comunque ustionarsi le chiappe è da morire.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A me era piaciuto davvero tanto e ne conservo un gran bel ricordo, ma capisco benissimo cosa intendi.

      Elimina
    2. Fidati, vale davvero la pena....
      A me la voglia di vederlo è nata per caso.... quell'anno mi sarebbe piaciuto ritornare in Andalusia per mostrarla a mio marito ma, siccome c'ero stata con una delle mie più care amiche, nonché tra le due migliori compagne di viaggio di sempre, e avendo paura che mi potesse piacere meno (si sa... i viaggi tra donne sono quelli della stupidera e non hanno paragone con nessun altro tipo di esperienza!) ho preferito cambiare meta.... mai scelta è stata così azzeccata!!!

      Elimina
  6. Ora che ti sei dichiarata fan del Portogallo, paese che anch'io adoro, devo proprio uscire dal mio status di lettrice silenziosa e farti i complimenti per questo ottimo blog che ormai è diventato il mio punto di riferimento per la scelta delle visioni serali. Stile spassosissimo, opinioni motivate e condite da un'ironia intelligente che strappa sempre sorrisi se non risate, riesci a creare curiosità e interesse nel lettore. Se hai voglia di spostarti un po', in questo periodo c'è a Udine il Far East Film Festival. C'è sempre qualcosa che vale la pena vedere e si tratta di film che altrimenti sarebbe molto difficile recuperare. Ancora complimenti e alla prossima recensione, Vale

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Vale, ma che piacere leggere tutti questo complimenti, grazie, davvero!

      (Al Far East prima o poi mi piacerebbe fare un giro, anche perché non sono mai stata a Udine, fra le altre cose!)

      Elimina
    2. Tutti meritati! :) La cosa carina è che, con il Far East, un po' tutta la città si "orientalizza" e ci sono un sacco di eventi collaterali (aperitivi asiatici e feste varie a tema, offerte nei ristoranti giappo-cino e non solo, mercatini, laboratori di cucina e tanto altro..) Io abito qui vicino e quindi gioco in casa, ma potrebbe essere una bella idea per un weekend un po' diverso...ciao ciao, Vale

      Elimina
  7. Donna!!! Grazie mille per l'inaspettato complimento al blog! E' la prima volta che mi accorgo che qualcuno mi cita perché ispirato da un mio articolo!!! Sono molto emozionata per la cosa...

    Tornando al tuo articolo, il mio maglioncino era color cacchina... una cosa inguardabile ma l'unica comprabile! Non so più nemmeno dove lo ho messo.
    Noi abbiamo fatto la parte del nord (Porto, Guimaires, Braga) il centro (Bussaco... spettacolo inaspettato!!!, Coimbra, Tomar, Lisbona, Sintra e Cabo de Roca) e il sud (l'Algarve)... un sogno! che Paese meraviglioso!!!!!!

    Nuuuuuu... voglio tornarci ed è colpa tua!!!!! santo cielo! Io mi ero limitata a una città ma tu me ne hai fatte ricordare altre!!!... sappi che adesso mi paghi il volo! ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ah ah ah ah! prego, figurati! :)
      Color cacchina? vedo che passano gli anni, ma il Portogallo in quanto a scelta di maglioncini lascia sempre a desiderare, quindi!
      A Braga e Sintra c'ero stata pure io, mentre Bussaco manca sicuramente all'appello. Toccherà veramente porre rimedio a queste lacune geografiche, prima o poi!

      Elimina
    2. Ho trovato il maglione!!! Devo ricordarmi di fotografarlo e mandarti la foto!!!
      Cacchina di quelle da mal di pancia!!!

      Elimina
  8. Tra parentesi... sul mio blog, c'è un riconoscimento per te!
    In pratica, "Poison, sei stata nominata!!!"....

    Beijo! ;)

    RispondiElimina