3 gen 2014

Capturing the Friedmans
(una storia americana)

L'intenzione di Andrew Jarecki era di fare un film sugli animatori delle feste per bambini a New York. Uno di questi animatori era David Friedman, uno dei clown più popolari.
Fu così che scoprì la vicenda che - negli anni 80 - aveva sconvolto la vita di David e della sua famiglia.
Siamo a Great Neck, contea di Nassau, stato di New York. 
Località popolata da famiglie borghesi e benestanti. Tra loro i Friedman: padre (Arnold), madre (Elaine), tre figli (David, Seth, Jesse). 
Mr. Friedman è uno stimato ex professore in pensione, vincitore di svariati titoli di merito e riconoscimenti prestigiosi, musicista per hobby, nonchè marito e padre esemplare. 
In una stanza della sua casa ha ricavato un'aula in cui tiene lezioni di informatica per i ragazzini di Great Neck. 
Nel 1984 la polizia postale intercetta una rivista pedopornografica proveniente dall'Olanda indirizzata all'uomo, e partono le indagini.
Un ispettore postale si finge un pedofilo e inizia una corrispondenza con Arnold, chiedendogli del materiale: Friedman gli risponde, allegando una rivista ed un biglietto con scritto "Enjoy!". 
Nel 1987 una squadra di agenti federali si presenta a casa dei Friedman, e, durante la perquisizione, oltre a delle riviste pornografiche, trova una lista di nomi dei ragazzi che frequentano i corsi di informatica. 
Viene avviata un indagine per abusi sessuali.  Nonostante non ci sia mai stata nessuna lamentela, nessuna segnalazione di abuso, nessuna denuncia da parte dei ragazzi coinvolti e/o dai loro genitori, né tanto meno sia mai stata riscontrata alcuna prova fisica dei fatti, in poco tempo dai rapporti della polizia emerge che quasi tutti i ragazzi che frequentavano casa Friedman, accusano l'uomo di abusi e molestie. 
Spunta anche il nome di Jesse, il figlio minore, che aiutava il padre durante le lezioni. 
"Believe the children!" è lo slogan ricorrente in tutti i casi giudiziari del genere. Credete ai bambini (cosa che - ricorderete - avviene anche nello splendido "il sospetto" di Vinterberg): infatti la polizia sembra non prendere minimamente in considerazione le testimonianze dei ragazzi che affermano di non essere mai stati toccati dal signor Friedman, ma di conservare - anzi - un ottimo ricordo di quei pomeriggi.
In un clima da caccia alle streghe che riporta al caso McMartin, più volte nominato nel corso del documentario, le indagini proseguono, e sia Arnold sia Jesse vengono arrestati. I figli credono fermamente all'innocenza del padre, mentre Elaine, la moglie, da subito è convinta che l'uomo sia in qualche modo colpevole. Il fratello di Arnold, con cui l'uomo sostiene di aver avuto rapporti sessuali da ragazzino, oltre a non ricordare nulla, è assolutamente incredulo. Nonostante lo stesso Arnold abbia ammesso la sua bisessualità, e affermi di provare attrazione per i bambini, nessuna traccia fisica compatibile con gli abusi raccontati è mai stata trovata nella casa dei Friedman, e, nonostante gli interrogatori siano stati in qualche modo condizionati, al punto di far confermare alle presunte vittime cose mai accadute (un ragazzo confesserà di aver ammesso di aver subito abusi sessuali solo per essere lasciato in pace dalla polizia) Arnold e Jesse vengono condannati. 
Arnold morirà in carcere in seguito ad un'overdose di antidepressivi. 
Jesse verrà rilasciato nel 2001, dopo 13 anni di carcere. 
Jarecki non prende posizione, mostrandoci - anche grazie ai filmini amatoriali girati dai Friedman stessi, una storia complessa, una famiglia che oggi verrebbe definita disfunzionale, dove tutte le domande che si susseguono non trovano nessuna risposta precisa.  
E noi non sapremo mai cosa sia veramente successo nella casa dei Friedman. 


10 commenti:

  1. più che un documentario è un vero pugno nello stomaco!

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  2. Uno dei documentari più agghiaccianti che abbia mai visto.
    Un supercult.

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    1. agghiacciante mi sembra la definizione perfetta.

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  3. (quello che ha scritto James)

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  4. mi accodo agli osanna per suddetta pellicola!
    massimiliano

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  5. Ogni volta che rivedo quel documentario mi assale sempre il dubbio...

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