22 set 2012

Gaber se fosse Gaber

Approfittando del fatto che è venerdì e che Savigliano è relativamente vicino, esco dall'ufficio, passo a prendere prima la Tiz, poi sua bionditudine e ci mettiamo in strada. Solito codone in tangenziale che però si risolve subito. In auto parliamo ancora delle incongruenze di Prometheus e della puntata di PiazzaPulita vista arrivate a casa. Ci soffermiamo sul servizio milanese alle varie wannabe e al chirurgo plastico delle olgettine (le ultime tette di Jacopo Urtis), e della sua improbabile PR, che come biglietto da visita, come dire, non è che sia davvero il massimo. Hai presente Mickey Rourke in The Wrestler? Ecco. Solo un po' meno femminile.
Come al solito ci facciamo domande ma non troviamo risposte.
Nel frattempo arriviamo a Savigliano. Parcheggiamo praticamente dietro al teatro Milanollo, dove dovrebbe esserci lo spettacolo. È presto, ma il teatro sembra barato. Non una locandina, un manifesto, un semplice foglio A4 scritto col pennarello, niente. Ci facciamo assalire da qualche ragionevole dubbio e tentiamo di sopirlo andando a cena. Quando usciamo davanti al teatro c'é un po' di gente e, poco dopo le 21.00, un vecchietto apre le porte. Entriamo. Prendiamo posto in prima fila, perché la Tiz ha chiesto a Scanzi in persona, tramite FB, di tenerci tre posti. E Scanzi ce li ha tenuti.
Il teatro è un gioiellino.
Buio in sala. Inizia lo spettacolo. Andrea Scanzi sul palco, che ci racconta chi fosse Giorgio Gaber, attraverso i suoi spettacoli teatrali, dagli anni 70 alla sua morte (1 gennaio 2003), coadiuvato da foto e (rari) filmati. E nonostante siano passati anni, che per alcuni versi sembrano secoli, quello che colpisce è come le cose che diceva il signor G siano ancora per certi versi così drammaticamente e terribilmente uguali.
Io ogni tanto mi fisso a guardare le mani inanellate di Scanzi. No, non mi sto distraendo. È che son proprio belle quelle mani, con tutti quegli anelli.
Finisce lo spettacolo. Applausi.
Usciamo. Aspettiamo per vedere se riusciamo a salutare Scanzi e soprattutto a ringraziarlo per averci tenuto i posti.
Arriva poco dopo. È alto. A vederlo sul palco non sembrava così alto. E bello. Che questo lo sapevo già. Ma dal vivo molto di più. Aspettiamo che resti solo e ci avviciniamo. Che facciamo tanto le fighe e in queste occasioni ci facciamo prendere dall'imbarazzo come delle verginelle al pascolo.
Ma ormai siamo li. Lo salutiamo, lo ringraziamo, ci presentiamo. Gli chiediamo se è in previsione una data a Torino. Sí, ma non sa dirci quando.
E quelle mani. Oh.

"C'è una fine per tutto. E non è detto che sia la morte".

8 commenti:

  1. interessante... conosco Gaber veramente poco... indubbiamente sono carente su molte cose... ;) un mistero comunque per me è sempre stato come possa aver sposato una persona tanto diversa da sé ( indubbiamente non una cima ) ... potere dell'amore? boh...

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    1. Pure io non sono ferratissima su Gaber, me lo ricordo da bambina. E anche della Colli ho un ricordo diverso rispetto a quella che é ora.

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    2. anch'io lei me la ricordo diversa... potere malefico di B: ?

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  2. Solidarizzo con l'omino che avrà docuto spargere la segatura per asciugare la bavazza sul pavimento del teatro. Quanto al Signor G, ho avuto il piacere di vederlo dal vivo un paio di volte e ancora mi chiedo perchè le persone di intelligenza superiore vengon poi sempre confinate in un angolo e tacciate di essere intellettuali. Come fosse un insulto mortale.

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  3. Neanche un pò? Allora non stavi bene! :)

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  4. card.napellus24/09/12, 08:03

    Ho visto Gaber oltre venti anni fa al teatro romano di Fiesole. Ascolto quando mi viene voglia le sue canzoni, e devo dire che le ultime erano davvero profetiche. Ma soprattutto mi piace Polli d'allevamento, uno spettacolo che, se vuoi sapere qualcosa sugli uomini e la società negli anni settanta, lo devi ascoltare.
    Ma com'è la PR?

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    1. La PR? Gran figa. Se il tuo ideale di bellezza femminile è Camilla Parker Bowles.

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