29 nov 2011

Riposo settiamanale (martedì)

Oggi mi prendo una pausa dal TFF.
Che insomma, avrei anche altre cose da fare. No, non sto parlando del lavoro… intendevo la palestra e lo shopping.
Comunque poi domani riprendo. Devo capire se tutto il pomeriggio, che mi farebbe piacere andare a mangiare sushi con la dovuta calma, o se solo due ore per il film delle 17.00. Ma è prematuro pensarci oggi.
Comunque, ricapitolando, martedì, esaltata dal lungometraggio di domenica mattina, ho deciso di vedere un secondo film di Sion Sono, “Koi no tsumi (Guilty of Romance)”



Appena 144 minuti. Anche questo diviso in cinque capitoli, parte con la detective Kazuko Yoshida che fa sesso nella doccia in un love hotel, fino a quando il cellulare che suona la costringe a recarsi nella zona di Shibuya, dove è stato ritrovato il cadavere di una donna smembrato, e ricomposto con i pezzi di un manichino. E poi, in un miscuglio di tradizione e perversione, si intrecciano le storie di tre donne. Izumi Kikuchi, Mitsuko Ozawa e Kazuko Yoshida. 
La dolce Izumi Kikuchi, moglie di uno scrittore di successo, devota e succube, con i giorni scanditi da un rituale preciso e invariabile (il bacio casto al marito quando lui esce di casa, il riposizionamento delle ciabatte perfettamente allineate per il suo rientro, l’acqua calda per il tè con il tempo di infusione scandito dalla clessidra) non trova il coraggio per manifestare all’uomo il desiderio che prova per lui, così, sempre più insoddisfatta, decide di trovarsi un lavoro. Assunta come promoter di salsicce (vabbè) in un supermercato, conosce una donna che le propone di posare per delle fotografie. Le foto in realtà non sono che il preliminare ad un film a luci rosse. La dolce ed ingenua (vabbè) Izumi scoprirà ben presto i piaceri del sesso che finora le era stato negato e, passeggiando nel quartiere di Shibuya, incontra Mitsuko Ozawa, irreprensibile professoressa universitaria di giorno, perversa puttana di notte, che trascinerà Izumi in un abisso di perversione sempre più devastante. Un film forte e surreale, visionario ma lucido, dove il regista, avvicinandosi al castello di Kakfa, indaga sulla doppia vita delle persone. 
Quando il film finisce esco dalla sala. La luce del sole, che non mi aspetto, mi sorprende. Cammino per le strade della città senza una meta precisa, che devo far arrivare le 19.30, quando inizia Terri. 


Commedia agrodolce (più agra che dolce, in verità) su un ragazzo sovrappeso che vive con uno zio in odor di Alzheimer e che va a scuola in pigiama “perchè è più comodo”. Quando il preside gli chiede di andare da lui ogni lunedì per parlare, Terri crede di aver trovato un amico, ma ben presto si rende conto che Mr.Fitzgerald (John C. Reilly) oltre a lui incontra altri “casi umani” che frequentano la scuola… Fra incomprensioni e qualche apertura inaspettata verso il prossimo, il film è un ritratto generazionale carico di tristezza, ché da queste parti il sogno americano non è ancora arrivato. 

2 commenti:

  1. Ormai credo di aver capito, i film di Sono sono tutti perversi, cattivi, pieni di donne oggetto, dalle trame molto complesse e con una carica psicologica fortissima.
    Tutti molto interessanti.
    A presto!

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    Risposte
    1. Questo nello specifico a me è piaciuto davvero molto.
      Molto "dark", se mi passi il termine.
      All'ultimo TFF ho avuto modo di vedere "The Land of Hope". Molto meno delirante. Ma non per questo meno angosciante.

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