30 set 2011

giovedì gnocca. no, scusate. che ogni tanto mi monto la testa. giovedì film.

Che poi, si sa, i complimenti fanno piacere. A tutte/i, non stiam qua a prenderci per il culo.
Così, l'altro giorno, quando l'ing. Z (incontrato per caso in ANAS la settimana scorsa) al telefono mi ha detto che sono diventata una splendida donna, mi ha fatto piacere. Non è che abbia telefonato apposta per dirmelo, ha chiamato per parlare col mio capo. Ma, già che c'era, l'ha detto.
Anche l'ing. Z, quando lo conobbi, più di 20 anni fa era un gran bell'uomo. Adesso è un uomo che si tinge i capelli. Che sarà un mio limite, ma io la trovo una fra le cose più tristi al mondo. Forse ex aequo al parrucchino.
Comunque resta il fatto che io sono una splendida donna.
Poi c'è A, che continua a ripetermi "quanto sei bella". Che, va da sè, io non ci credo. Ma mi piace sentirmelo dire. Ok, lì il contesto è un po' diverso. E non so se essermi presentata all'ultimo appuntamento direttamente senza mutande possa aver in qualche modo influito. Don't ask, don't tell.
Comunque, per farla breve, ieri era giovedì, e, come ogni giovedì, che son abitudinaria, sono andata al cinema.
Anche se in palestra mi è venuta un po’ di nausea, a cui non ho dato molta importanza.
Non do importanza a un sacco di cose.
Poi magari ne scopro altre, per caso, di cui non dovrebbe fregarmi una beata minchia, e mi incazzo.
Vabbè. Comunque ho convinto il gruppo ad andare a vedere “il debito”, rimandando la visione di Almodovar in quanto sto (starei) leggendo il libro… Che poi va a finire che vedo il film e il libro perde appeal.
Per farla breve, siamo a Berlino, nel 1965. Tre agenti del Mossad devono catturare Dieter Voegel, il chirurgo di Birkenau, e portarlo in Israele per sottoporlo a regolare processo.
Com’è, come non è, l’esito dell’operazione non è quello sperato e Voegel riesce a fuggire. I tre agenti decidono di insabbiare la cosa facendo credere che il chirurgo è stato ucciso mentre tentava una fuga. Ma dopo 30 anni, pare che Voegel sia riapparso in un ospedale Ucraino, e i tre agenti decidono di sistemare le cose.
Il film è il remake di un film israeliano del 2007, Voegel non è mai esistito e il film non mi ha entusiasmato. Insomma, tutto nella norma. Se escludi il fatto che ho scritto film tre volte in due righe.
Anche la pizza, alla Libery, ha mantenuto i suoi standard, sempre valida.
E poi scusatemi, ma va bene la sofferenza, la malattia, il rimorso e tutte quante cose, ma come può Sam Worthington invecchiando trasformarsi in Ciarán Hinds?
Come? Mi stai chiedendo se, oltre a Ryan Gosling trovo sexy anche Sam Worthington?
Secondo te?


28 set 2011

misunderstanding

Ieri sera esco dalla palestra e mi dirigo al negozio dell’artigiano riparatore di scarpe-borse-cinture-ecc.
Consegno le ricevute, lui sparisce nel retro e dopo 5 minuti arriva con un sacchetto contenente le scarpe, che non mi fa nemmeno vedere e – per quello che ne so – potrebbero anche non essere le mie, oltre al mio fedele zaino valigia che aveva un problema alla cerniera. Nel senso che la cerniera era (è) perfettamente funzionante, ma si era staccato il gancio che faceva in modo che io potessi chiudere la cerniera col lucchetto.
Cosa che – ovviamente – avevo spiegato benissimo nel momento in cui ho portato la borsa a riparare.
All’estremità della cerniera una “paletta” di plastica. Piena. Nemmeno una fessura in cui far scivolare non dico un lucchetto, ma nemmeno un fil di ferro.
Lo guardo, in un misto di incredulità e disappunto, e gli dico: “e secondo lei io come la chiudo?”
Lui mi guarda, e mi chiede: “ah, ma la deve chiudere?”
No, figurati. Io imbarco sempre il bagaglio aperto, così sto più tranquilla.
 



27 set 2011

menodieci

Fra 10 giorni parto. 
Ma quest’anno, stranamente, non sono ancora entrata in modalità partenza.
Sarà che ho aspettato così tanto che adesso che ci siamo non mi rendo ancora conto.
Non ho ancora nemmeno iniziato a pensare a cosa poter mettere in valigia. Sarà che la valigia l’ho portata ad aggiustare la settimana scorsa, del resto APPENA un anno fa mi si è rotta la cerniera, che fretta c’era? (maledetta primavera!) 
Sto pensando di tentare la strada del bagaglio a mano. Che tanto vado in Ecuador, fra vulcani, parchi e cascate, mica alla settimana della moda di New York. Il fatto che il paese si trovi a latitudine 0 e che la sua geografia è piena di contrasti rende un po’ complicata la “strada”, perchè dovrò assemblare un bagaglio schizofrenico: dal costume da bagno al pile. 
Ma siccome non mi piace vincere facile, io un tentativo lo faccio. Del resto ho una franchigia di 8kg, devo provarci. Anche se preferirei riuscirci.
Poi, dovendomi presentare alle 5.00 in aeroporto, si presuppone che io e la bionda si debba partire alle 3.00. Che facciamo, andiamo a dormire poco o arriviamo lunghe? 
E son problemi, lo so.
Intanto vediamo se riesco a incastrare quelle due/tre cose che mi piacerebbe molto riuscire a fare prima di partire.
Metti mai che cada l’aereo...

26 set 2011

ore 10 calma piatta


E fu così che il tanto atteso week end in barca a vela arrivò.
E le quattro donne, dopo essersi trovate, puntualissime, sulla Torino-Savona, arrivarono al porto di Marina degli Aregai. Per trovarsi di fronte, oltre alla “loro” barca, un mare che definire piatto non rende abbastanza l’idea.
Scarica la macchina, carica la barca, parcheggia, prendi il caffè, fai la pipì (non esattamente in quest’ordine, perchè la sottoscritta, fiera proprietaria di una vescica d’altri tempi, appena la macchina si è fermata si è scaraventata fuori alla disperata ricerca di un bagno, poi ha ricominciato a ragionare).
Dopo il caffè lasciamo il porto, direzione Francia. Si sta benissimo. Sole, caldo, costume, sigarette. La bionda al timone non ha nulla da invidiare a Jolanda, la figlia del corsaro nero.
Ad un certo punto Only decide che è ora di fare il suo km a nuoto. E si butta.
Io, addestrata all’uso del Garmin le tengo il tempo.
Dopo un po’ si tuffa anche Ally, mentre io e la bionda decidiamo – senza nemmeno toccarla – che l’acqua è troppo fredda per i nostri standard.
Ma al pomeriggio cediamo anche noi, perchè non tuffarsi in un mare così calmo sembra proprio un peccato. E l’acqua non è nemmeno fredda.
Only rimane un po’ spiazzata dal fatto che una che non sa nuotare (sempre io) si tuffi in acqua di testa, ma non dice nulla... probabilmente sta soltanto sperando che io non affoghi così non è costretta a salvarmi.
Alla fine arriviamo a Menton, e decidiamo di fare due passi in paese, anche perche bisogna decidere dove cenare la sera. Troviamo, oltre ad un posto che vende caramello al burro salato, che non riesco a non acquistare, un locale che ci ispira, e così, tornati alla barca, dopo lo stazionamento ai bagni per doccia trucco e parrucco, andiamo a cena.
Al ritorno, nemmeno ubriache, ci si ferma a parlare. Cosa che quattro femmine riescono a fare benissimo un po’ ovunque. Riusciamo a far arrivare le 2.30 senza alcuno sforzo. Quello lo faremo la domenica mattina per alzarci.
Only, come da programma, va a correre i suoi 8 km.
Io, che non ho programmi, mi limito a camminarne 6 sul lungomare. Tornando mi fermo a comprare brioche(s) per tutti, poi, dopo un po’ decidiamo che è ora di tornare.
Tutta la calma e l’assenza di vento del sabato hanno lasciato il posto ad un mare abbastanza mosso, e a tutto il vento che serve per far felici gli appassionati di kitesurf, e di cui io avrei fatto volentieri a meno.
Si balla così tanto che io non ho nemmeno voglia di fumare.
Finalmente alle 17.00 ormeggiamo. E facciamo pranzomerendaecena.
E poi, purtroppo, bisogna tornare a casa.
E stamattina tornare in ufficio.
Mentre la bionda, previdente, ha preso un giorno di ferie.



23 set 2011

La maledizione del “tu che sai tutto”

Intanto devo scoprire chi è che ha messo in giro la voce che io “so tutto”.
Oltre ad essere assolutamente impossibile, non essendo io un genio e possedendo un banalissimo q.i. (spero) nella media, so alcune cose, come tutti.
Sarà che anni di “forse non tutti sanno che” sulla Settimana Enigmistica hanno lasciato il segno, in ogni modo in ufficio si è sparsa questa voce assolutamente immotivata.
E, oltre ai miei ingrati compiti, prima o poi arrivano tutti a cagarmi il cazzo (e scusate l’uso del termine squisitamente tecnico) per i più svariati motivi.
Ultimo (ma solo in ordine di apparizione), la sostituzione della macchina del caffè.
Hanno cambiato le macchine ed hanno ritoccato i prezzi. Adesso un caffè costa 45 centesimi. Prima ne costava 38.
Che insomma, penso sia una spesa che si possa affrontare.
E invece, un po’ tutti si sono sentiti in dovere di telefonare (a me) per lamentarsi dell’aumento.
Come se io fossi l’azionista di maggioranza della ditta che ha installato le macchine.
Alla sesta telefonata in cui mi si chiedeva come mai il prezzo del caffè fosse aumentato, ho risposto che, dovendo ristrutturare la piscina della mia villa a Cap Ferrat, in qualche modo dovevo recuperare i soldi.
Probabile che qualcuno ci abbia pure creduto.
Ieri pomeriggio, mentre ero in terrazza a fumare, la responsabile amministrativa (livello: dirigente) ha osato dirmi: “eh, ma a Tortona costa meno!”. Che noi abbiamo un legame stretto con la cittadina in questione. L’ho guardata (male) e le ho risposto: “Senta, (cognome), vada a prendersi il caffè a Tortona, cosa vuole che le dica?” e l’ho lasciata lì, un po’ interdetta.
Ovvero con la sua solita espressione.
Poi ho abbandonato l’ufficio.
In palestra per la seconda volta consecutiva l’istruttrice (sempre quella che non mi piace) mi ha detto che sto lavorando benissimo e che articolo la colonna vertebrale in maniera eccellente.
Se qualcuno sa che significa è pregato di farlo sapere anche a me.
Per fortuna ieri sera ero a cena in compagnia, e mi sono divertita (dimondi, direbbero a casa mia) parecchio. Senz’altro il merito va alla compagnia. Ma penso che anche tutte le birre che si sono avvicendate al tavolo abbiano contribuito in qualche modo.
Alla fine una di queste bottiglie, è venuta a casa con me.

Scusate. Lei è Excalibeer:




20 set 2011

Drive

Che al penultimo TFF avevi visto sia Bleeder che Pusher, e non ne hai un ricordo così pessimo. Anzi.
Così, quando ti arriva l’invito per l’anteprima dell’ultimo film di Nicolas Winding Refn, che, fra le altre cose si è portato a casa il premio per la miglior regia all’ultimo festival di Cannes pensi: perchè no? Ovviamente chiedi alla bionda di accompagnarti, e lei, pur non ricordando una cippa di nessuno dei due film, si fida, e viene.
Fra l’altro il protagonista è Ryan Gosling, che, mi perdonerete, io trovo abbastanza sexy. 
Se pensate che io di uomini non capisca un cazzo, sappiate che pure Eva Mendes lo trova sexy. Così, tanto per dire. 
Il protagonista, Ryan Gosling appunto, perchè nel film non viene mai chiamato per nome, è un tipo all’apparenza calmo e flemmatico, che di giorno lavora come meccanico in un’officina, ogni tanto fa lo stuntman per il cinema e, quando capita, si presta a fare l’autista per alcune rapine. Di lui non si sa nulla, chi è, cosa ha fatto, da dove viene.
Un giorno incontra Irene, sua vicina di casa, e se ne innamora. La donna ha un figlio ed un marito in carcere, Standard. Per aiutarlo a saldare un debito contratto in carcere, gli farà da autista in una rapina ad un’agenzia del banco dei pegni. Ma la rapina è una trappola, e Standard viene ucciso. Lui e Blanche, una complice, scappano coi soldi, ma la ragazza fa il doppio gioco e 2 killer arrivano nel nascondiglio, uccidendola. Ma vengono uccisi a loro volta. Il ragazzo capisce che è finito in un giro pericoloso e per uscirne, ma soprattutto per salvare Irene, decide di scoprire chi c’è dietro tutta la faccenda, anche se potrebbe essere rischioso.
Per quel che può valere, a me è piaciuto. Molto. Il film, certo. Mica solo Ryan Gosling.

19 set 2011

Ciiiiis

Questa ingiustificata botta di freddo mi ha colto alla sprovvista, che io sono un animale estivo. E non sono ancora pronta ad affrontare il freddo. Non sono mai pronta a dire il vero.
Comunque, questo week end mi è scivolato tra le mani, e quasi non me ne sono resa conto. 
Venerdì pomeriggio io e la bionda siamo andate a Bra, che abbiamo raggiunto in un tempo ragionevole. Peccato averci messo un tempo irragionevole a trovare i parcheggi, che il centro era off limits. Siccome sono una signora, sorvolerò sul fatto che il “comodo servizio navette” fosse a pagamento, e non fosse nemmeno tanto comodo.
Comunque, una volta arrivate nei pressi della stazione, ci siamo immerse in un tripudio di sapori che, se come me ami il formaggio, non ti possono lasciare indifferente.
Non possono lasciare indifferente nemmeno la bilancia, se proprio proprio vogliamo essere pignole, ma tant’è. 
Al secondo blocco di stand stavo sfiorando la disidratazione, e mi sono scolata una weiss in 54 secondi. Quest’anno mi hanno entusiasmato particolarmente alcuni formaggi inglesi e americani, Infatti sono tornata a casa con una ricotta... abruzzese.
Perchè, diciamocelo, mi sembrava brutto tornare a casa da “cheese” senza nemmeno un formaggio. Se vogliamo considerare formaggio la ricotta, ecco.
In ogni modo, dopo un altro po’ di assaggi io e la bionda ci siamo prese una doverosa pausa. E ci siamo date allo shopping. Che se hai una reputazione da difendere, la difendi, costi quel che costi.
Quindi ci siamo concesse una pausa vera. Comodamente sedute a un tavolino sulla piazza, con una bottiglia di… chinotto! 
Mentre aspettavamo che ci raggiungessero gli indigeni, la poison ha pensato bene di mettersi alla ricerca di un bagno. Dove, mentre attendeva di lavarsi le mani prima di andarsene, è riuscita ad attaccare discorso con il signore davanti a lei, che aveva appena finito di spendere, attaccato a una slot machine, l’equivalente di quello che gli sarebbe costata una settimana all-inclusive in Tunisia:
“Scusi signora, le lascio subito il posto”
“non si preoccupi, non ho fretta”
“sa, queste monete lasciano un odore terribile”
“ah, le posso assicurare che anche i formaggi non scherzano”
“adesso ci diamo il cambio, io vado ad assaggiare i formaggi e lei gioca alle slot”
“no, guardi, non mi ci metto nemmeno, sono talmente fortunata in amore…”
“carina com’è non si sbaglia!”
Alla fine un complimento è un complimento, anche se te lo fanno in un cesso.
Quindi ho raggiunto gli altri nella piazza, e siamo andati a farci una birra.
Altri passi, altre parole, altre risate… poi la cena, cacio & pepe. Tanto pepe.
E poi il concerto di Roy Paci. Bravo, eh? 
E aveva pure un bassista (basso) molto carino. Che io lo guardavo, il bassista basso, e pensavo che aveva una di quelle facce da schiaffi che mi piacciono tanto. 


16 set 2011

S u p e r 8

Ieri sera esco dalla palestra e leggo le ultime dal pronto soccorso. Tre costole. 
Che le cose quando le fai, le fai che meritino, che un po’ di abrasioni son capaci tutti, che ci vuole? 
Salgo in macchina, e mi dirigo sul luogo del delitto. 
Ovvero il negozio dove ieri mi sono imbattuta nell'oggetto del desiderio
Mentre l’eccitazione nella Visa si faceva sempre più palpabile ed incontenibile mi sono avvicinata. E mi sono trovata di fronte ad una serranda prematuramente abbassata.
Ma che, si fa così? 
Ho cercato di far capire alla Visa che non sempre si può avere quello che si vuole, e che il piacere era solo rimandato, di portare pazienza. E’ stata dura, lo ammetto. Ma quando voglio so essere persuasiva.
Poi mi sono seduta su una panchina della piazza, a guardare la gente. E dopo un po’ è arrivata la bionda. Si è seduta con me, abbiamo chiacchierato un po’, e poi siamo andate al cinema. 
Ed è iniziato il film.
Che non è propriamente il mio genere, ma è davvero un bel film. 
Che verso la fine quando l’alieno brutto e cattivo spalanca i suoi occhioni dolci quasi quasi ti commuovi. E poi guardi la faccia facciosa di Kyle Chandler e non riesci a non pensare a quello stupido telefilm in cui lui, con l’espressione sempre un po’ invornita di uno che non riesce a rendersi conto di quello che gli sta succedendo attorno riceve tutte le mattine il giornale con le notizie del giorno dopo, e fa di tutto per cambiare il risultato degli eventi (e naturalmente ci riesce), e poi guardi Elle Fanning e ti chiedi come fa una ragazzina di 13 anni ad essere così fottutamente brava, che te ne eri già accorta in Somewhere, ma intanto.
E alla fine, nel film del film dei titoli di coda, quando citano la Romero Chemical, tu e la bionda sarete le uniche a ridere. Come sempre. 

14 set 2011

alla fine

il problema di fondo è sempre e solo uno.
io lo so, lo sa anche only, perchè ieri sera abbiam passato un pezzo di serata a mandarci e.mail.
io ero sdraiata in veranda a guardar le stelle, lei non so cosa stesse facendo, ma pare che abbia lo stesso problema, se problema lo vogliamo chiamare, e questo non è che mi consoli, ma mi fa sentire meno sola.
e so che alla fine io e quell'altra pazza in fondo in fondo un po' ci somigliamo.
e ci capiamo pure. che tu dirai, beh, se non vi capite fra pazze...
e comunque, tanto perchè complicarmi la vita alla fine mi piace, e nemmeno poco, la settimana scorsa sono salita su una giostra nuova.
e non vedo l'ora di farci un altro giro.
che poi alla fine si cade, lo so.
ma finchè ci sei sopra non te ne importa nulla.


12 set 2011

Riassuntini

Ho mille pensieri che rimbalzano nei corridoi della mia scatola cranica, che si sa, se sei la proprietaria inconsapevole di un solo paio di neuroni di spazio vuoto ce n’è, ce ne sarà.
Sono riuscita a vedere due film.
Magari prima o poi riuscirò anche a vederne uno decente, chi può dirlo?
Bad Teacher alla fine è pure grazioso, vuoi perchè Cameron Diaz è davvero una figa stratosferica e nel film indossa una compilation di abiti e scarpe che ad ogni scena io pensavo fra me e me “le voglio!” e vuoi perchè Justin Timberlake, nella parte del babbo di minchia è semplicemente perfetto. E visto che il Timberlake babbo di minchia non è, questo presuppone una qual certa attitudine alla recitazione. A parte questo, esci dalla sala e ti chiedi “ma che minchia avrà combinato la Squirrel nel 2008?”.
Comunque.
Cose dell’altro mondo, nonostante la presenza di Mastandrea, mi ha convinto poco.
Ma non importa.
Fra un film e l’altro si sono accavallati aperitivi, pranzi, sorrisi, vecchi amici, nuove conoscenze, cene, palestra, shopping, scambio di messaggi a luci rosse, compleanni, grigliate, alcool.
Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare.
E se pensate che l’Abruzzo non c’entri… forse avete ragione.
O forse no.

8 set 2011

e adesso...

cerchiamo di capire quando stiamo andando su questa tera...


ma soprattutto dove:


5 set 2011

Grazie, ho trascorso una serata veramente meravigliosa. Ma non è questa.

Invece sabato sono andata al cinema e ho visto “Ruggine”.
E non so.
Cioè, non è che sia un film brutto. Ma un bel film è diverso.
Che io lo sapevo che quando siamo passate a salutare Toni, e fermandoci a parlare al tavolo di due avventori uno di questi, accento ammericano e faccia alessandropreziosiggiante, ci ha detto “ci sono due posti liberi”, avremmo fatto meglio a sederci. E invece.
Siamo andate al cinema. E abbiamo visto “Ruggine”.
Che non è un brutto film, ma nemmeno bello. Anche se Mastandrea e Timi sono bravi, la Solarino è bella e Accorsi è… beh, nel film c’è anche Accorsi, ecco.
Però dopo il film siamo tornate da Toni per l’ultimo bicchiere, e, abbiamo passato il tempo parlando di Bruce LaBruce, Wong Kar-Way e film misconosciuti ai più. A me soprattutto.
Poi arrivò la domenica. Con la pioggia, come da previsioni.
E io e la bionda si scese in Langa, per una giornata in compagnia.
Un pranzo in terrazza. Un panorama splendido. Ci fosse stato il sole.
Un filetto al barolo, dei porcini, un Conca Tre Pile che era uno spettacolo, un poker di dolci, e il caffè, che abbiamo deciso di ammazzare spostandoci qui.
Cameriere carino. Molto.
Ordino un Caroni, ma dopo un po’ arriva il cameriere, sempre quello carino, a dirmi che non ce n’è abbastanza, così chiedo uno Zacapa, che mi verrà servito nel suo splendido bicchiere.
Il quale, lo spendido bicchiere, suscita l’interesse a distanza di un... intenditore? un appassionato? un alcolista? un gentiluomo?
Vabbè. Suscita interesse. Punto.
Così la sottoscritta, indecisa se sfoderare il fascino o la faccia da culo, chiede al cameriere, sempre quello carino, se può portarselo a casa.
Il bicchiere, non il cameriere.
E ci riesce.
Grazie alla faccia da culo, presumo.
Magari la prossima volta punto al cameriere.
Poi si torna a casa, sotto la pioggia.
Ed è di nuovo lunedì.
Anche se non voglio.


1 set 2011

ho visto cose

Ieri si è inaugurata la 68° mostra del cinema di Venezia.
Anche quest'anno non mi sono organizzata.
Che riuscire ad andarci è nel mio personale elenco delle cose da fare almeno una volta nella vita, assieme a:
- prendere un tram a San Francisco
- visitare il deserto dell'Atacama
- buttarsi col paracadute
- fare un giro in elicottero
- comprarmi un paio di Louboutin
- visitare San'a' prima che sia troppo tardi
- sparare con un fucile a pompa
- varie ed eventuali...
Sto divagando? Sì, giusto un po'.
Comunque, tornando a Venezia, il film d'apertura è stato "the ides of march", di e con George Clooney. Pare che sia anche un bel film.
Ovviamente George Clooney si è trattenuto a lungo sul red carpet, stringendo mani e firmando autografi. E ci sta.
Ma che la gente chieda un autografo anche a Galan...



Perchè?